Università Statale di Milano, il Tar boccia il numero chiuso nelle facoltà umanistiche: annullati i test
LUCA DE VITO
Il Tar del Lazio boccia il numero chiuso alle facoltà umansitiche della Statale, che alla fine sarebbe stato l’unico ateneo a prevedere un tetto per gli studenti. Con un’ordinanza pubblicata oggi, il tribunale amministrativo ha accolto il ricorso portato avanti dall’associazione studentesca Udu con cui veniva chiesto che fossero sospesi i test d’ingresso per i corsi di laurea in Lettere, Filosofia, Beni Culturali, Geografia e Storia. Il pronunciamento è sintetizzato in una formula stringata: “Ritenuto (…) che il ricorso evidenzi sufficienti profili di fondatezza – si legge nel documento del tribunale – il Tar (…) sospende l’efficacia dei provvedimenti impugnati”.
Si tratta di una decisione che di fatto annulla la selezione prevista con il test e che, sulla base dei precedenti che hanno riguardato i ricorsi per le prove di Medicina, dovrebbe garantire a tutti l’iscrizione (con riserva) al corso di laurea scelto, a prescindere dai tetti previsti dall’ateneo. Respinta dunque la volontà del Senato Accademico di via Festa del Perdono che a maggio aveva votato per l’introduzione del numero chiuso nelle umanistiche. L’ateneo si era spaccato tra favorevoli e contrari, con il rettore Gianluca Vago a sostenere la tesi numero chiuso come strumento per ridurre gli abbandoni e stimolare i più motivati. I prof contro, nel frattempo, organizzavano lezioni all’aperto per protesta.
Esultano i ricorrenti, dopo che nei mesi scorsi non erano mancate tensioni in ateneo per la decisione di procedere con gli sbarramenti per tutti. “Avevamo denunciato sin da subito come la delibera adottata dagli organi accademici contenesse vizi formali e sostanziali, mancando di fatto sia una maggioranza vera che il rispetto della normativa nazionale, prima su tutte la legge 264/99”, ha detto l’avvocato Michele Bonetti. “Avevamo denunciato come la sordità dimostrata da chi doveva rappresentare tutta la comunità accademica aveva segnato un pericoloso precedente, oltre che un danno per il diritto allo studio di migliaia di studenti che volevano scegliere liberamente il corso del loro futuro. Ora che il Tar del Lazio ci ha dato ragione – è la conclusione del legale che ha portato avanti la battaglia dei ragazzi – possiamo dirci estremamente soddisfatti per una vittoria storica che ha riflessi nell’immediato sul futuro di tutti coloro che avrebbero dovuto sostenere il test nei prossimi giorni e sulle decisioni presenti e future prese da quegli atenei che hanno introdotto programmazioni dell’accesso illecite”.
Due giorni fa, prima della scadenza dei termini per la presentazione delle domande, si era già calcolato che per effetto dell’introduzione del numero chiuso più di mille studenti sarebbero rimasti fuori. Il corso con più esuberi, ad esempio, sarebbe stato Lingue, per il quale si erano iscritti 1.066 studenti a fronte di 650 posti. A Scienze dei beni culturali, 860 aspiranti per 500 posti, a Lettere 887 partecipanti ai test per 545 posti.
REP.IT