Vaccini, la toppa del governo. “Basta aver fatto la prenotazione”
Roma, 1 settembre 2017 – I centralini delle Asl presi d’assalto per fissare una vaccinazione e, in certe regioni come il Lazio, passano ore prima che qualcuno risponda. O non accade mai. L’applicazione dell’obbligo vaccinale fino a 16 anni per poter frequentare la scuola rischia di diventare una corsa ad ostacoli ma una circolare del Ministero della Salute in collaborazione con il Miur che esce oggi promette di semplificare la procedura. Come? Rendendo davvero semplice l’autocertificazione e facendo in modo che non sia il cittadino a rispondere degli eventuali guasti della burocrazia. Insomma una sorta di salvacondotto contro la burocrazia.
Vaccini, centralini scuole in tilt. I presidi: le Asl scaricano su di noi
Basterà, infatti, conservare e consegnare a scuola la mail, normale o certificata, o la raccomandata con cui si è chiesto alla Asl l’appuntamento per la vaccinazione per provare la buona volontà. Anche se, appunto, non si è ottenuta la risposta o l’appuntamento per l’iniezione. Ma sul sito del Ministero ci sarà a breve anche il modulo per l’autocertificazione e dalla versione ufficiale della circolare si capirà se queste cose serviranno entrambe o saranno alternative. Di certo siamo al banco di prova per la legge che prevede dieci vaccinazioni obbligatorie, dagli zero ai 16 anni, a fronte di una platea di circa 6-800 mila alunni che ancora non sono in regola.
Il numero verde del Ministero, 1500 (attivo dalle 10 alle 16), è intasato da mattina a sera da centinaia di richieste di spiegazioni ma c’è anche un problema pratico: i vaccini monodose che scarseggiano. A molti bambini mancano infatti solo alcune vaccinazioni, a cominciare da quelle contro la meningite – le cui dosi sono carenti in certe zone come il Piemonte – o dello stesso morbillo mentre i vaccini erogati nei consultori raggruppano quasi sempre più sieri (basti pensare all’esavalente). Secondo il Codacons «sono le aziende farmaceutiche produttrici a non volere vaccini monocomponente perché l’accorpamento di più vaccini permette loro di fare profitti enormi».
Le Regioni, in assenza di una normativa standard, sono andate in ordine sparso con la Lombardia intenzionata a concedere una proroga di 40 giorni. Decisione duramente contestata dalla ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli secondo la quale non ci deve essere «nessun rinvio» perché «su questo io e la mia collega Lorenzin siamo fermissime» e quindi qualunque deroga alla scadenza del 10 settembre per asili e scuole materne «è fuorilegge». Tra le regioni ‘riottose’ anche il Veneto, l’unica ad aver presentato ricorso contro la norma Lorenzin, con il governatore Luca Zaia che ieri ha ricordato che è stata avanzata la richiesta di una sospensiva alla Corte Costituzionale.
C’è, poi, chi ha mandato alle famiglie mail o lettere o chi, come la Sicilia, prevede anche la visita a casa nel caso non ci si presenti all’incontro fissato con l’Asl. In Emilia Romagna per i bimbi 0-3 anni è già tutto pronto perché l’obbligo alla vaccinazione è in vigore fin dal 2016, in Toscana, invece, le scuole hanno inviato i dati dei propri iscritti alle Asl che contatteranno solo chi non è in regola, mentre chi ha il libretto vaccinale apposto non dovrà fare nulla.
In Puglia è la regione a inviare la lettera di sollecito alle famiglie inadempienti, mentre le aziende sanitarie della Campania metteranno a disposizione delle scuole il database dell’anagrafe vaccinale e gli istituti controlleranno.
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