L’estate che ha liberato l’Italia dal Re: Mattarella contro Napolitano, confronto impietoso
Una lezione di grigiore, ma anche di rispetto della Costituzione. Mai come in questa estate ricca di cronaca nera e povera di politica, è balzata agli occhi la differenza di stile e di sostanza tra Sergio Mattarella e Giorgio Napolitano. Come fa notare anche Italia Oggi, è quasi surreale il confronto tra gli attuali inquilini di Quirinale e Palazzo Chigi e i loro predecessori. Tanto Mattarella e Paolo Gentiloni coltivano l’understatement, la riservatezza e la moderazione (al confine con la mediocrità, talvolta) quanto Re Giorgio e Matteo Renzi brillavano per interventismo, spregiudicatezza, protagonismo sopra le righe.
Il risultato? Mattarella e Gentiloni governano la nave Italia in acque tempestose, dando l’impressione che non scopriremo mai l’America ma senza far correre il rischio di schiantarci contro un iceberg. Impressione, appunto, perché i rischi ci sono eccome. Ma perlomeno hanno regalato qualche mese di regolarità democratica in un contesto in cui tutte le regole e le convenzioni sono saltate. E gran parte del merito è stato proprio del duo Napolitano-Renzi, che non a caso appaiono tra i politici meno apprezzati (gentile eufemismo) dagli elettori italiani. Il Quirinale fece da sponda alle ambizioni del segretario Pd, lo investì premier-ombra di Enrico Letta fino a consentire a Matteo di pugnalare alle spalle il premier in carica e sostituirsi a lui, ne ha tele-guidato il percorso delle riforme obbligandolo, di fatto, all’autosabotaggio. Non solo, prima di Renzi, Napolitano era già stato protagonista dell’affaire Berlusconi-Monti, con le telefonate ai colleghi internazionali e un brutto alone di “golpe”. Roba che Mattarella, nel suo quasi-anonimato, non può nemmeno immaginarsi, tanto che fatica addirittura a imporre all’agenda del Parlamento l’unico tema che gli sta dichiaratamente a cuore, la legge elettorale. Certo, forse manca un leader. Di sicuro, però, oggi l’Italia è libera da monarchi e aspiranti tali.
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