Francesi in asse con i tedeschi per la “campagna d’Italia”

A Cernobbio si issa sì una bandiera tricolore, ma si tratta del tricolore francese. Non solo per la solida presenza transalpina del parterre del Forum Amborsetti, dove si riuniscono ogni anno industriali, politici e banchieri: da Jean Pierre Mustier, ad di Unciredit, a Philippe Donnet, numero uno di Generali, e Arnaud de Puyfontaine, presidente di Telecom, fino ai banchieri di Amundi che un anno fa ha acquisito Pioneer dal gruppo di Piazza Gae Aulentit.

Dopo «le incomprensioni» delle ultime settimane, sorte dalla decisione di nazionalizzare temporaneamente i cantieri navali di Stx su cui la triestina Fincantieri aveva raggiunto un accordo di acquisizione, il premier Emmanuel Macron ha inviato uno dei rappresentanti principali del suo governo, il ministro dell’Economia e delle Finanze Bruno Le Maire, a incontrare l’élite del primo think thank italiano. E, contrariamente a qualche aspettativa, il messaggio trapelato più che la celebrazione della collaborazione tra Roma e Parigi, ha evidenziato il rafforzamento del tandem Germania-Francia. La Maire ha sottolineato più volte il legame tra Angela Merkel-Macron come base per la costruzione dell’Eurozona del futuro.

Più che di accelerazione dell’Eurozona, tema ufficiale dell’incontro di ieri a cui ha partecipato Le Maire, è sembrato quindi profilarsi la suddivisione tra Paesi forti, acquirenti, tra cui la Francia e tutti gli altri. Proprio su questo fronte, il ministro commentando a margine di un incontro con la stampa il delicato tema legato a Stx, ha sottolineato la volontà di raggiungere «un compromesso» sui cantieri navali di Saint Nazaire e ha annunciato un incontro con il ministro Pier Carlo Padoan, atteso oggi a Cernobbio, per l’11 settembre. Le Maire non si è espresso sulla soluzione di compromesso che sarà proposta dai francesi, pur augurandosi di chiudere le trattative per fine settembre. Giampiero Massolo, presidente di Fincantieri, presente in platea, ha commentato con un laconico «vediamo». «Gli investimenti italiani sono benvenuti in Francia» ha comunque poi concluso il ministro. Gli incontri con Le Maire, tra quelli ufficiali, gli «a margine» e quelli personali, non sono di quelli che ha lasciato indifferenti. Gli intervenuti si sono divisi tra chi come Davide Serra, fondatore di Algebris, è rimasto entusiasta delle strategie finanziarie lanciate dal nuovo governo di Parigi tra tagli di tasse e sostegni all’economia e chi ha alza qualche sopracciglio. «Abbiamo sottolineato a Le Maire l’importanza di risolvere questo tema, che altrimenti rischia veramente di creare una difficoltà nei rapporti tra Italia e Francia» ha dichiarato Emma Marcegaglia, presidente di Eni e numero uno di BusinessEurope, ribadendo che Roma non deve «barattare» la maggioranza del gruppo che nascerebbe da un’integrazione tra Fincantieri e Stx. Alberto Bombassei, presidente di Brembo, pone poi in evidenza la contraddizione tra la vocazione europeista, almeno a parole, del nuovo governo transalpino, con l’asse franco-tedesco che si sta formando nel settore della difesa, rischiando di mettere all’angolo campioni italiani come Leonardo. Incalzato sulla «presa» francese in Italia e, in particolare sul lodo Telecom Italia, controllata al 23,6% circa dalla francese Vivendi su cui si parla della possibilità di esercizio del golden power governativo, Le Maire ha tergiversato. «Non so perché la questione della presenza francese in Italia sia venuta alla luce solo ora. Certo gli affari francesi in Italia sono molto forti. Ma è nell’interesse di tutti rafforzare i legami tra i due Paesi». E in effetti gli interessi francesi e i legami d’Oltralpe con l’Italia erano tutti presenti a Cernobbio. In forza.

IL GIORNALE

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