La Corea non scuote listini, Milano -0,31%
–di Eleonora Micheli
Chiusura sottotono per le Borse europee (segui qui i principali indici), su cui ha pesato il riacutizzarsi della crisi in Corea del Nord, ma senza forti scosse. I principali indici hanno dunque mostrato nervi saldi, complice, probabilmente, anche la chiusura per la festività del Labour Day di Wall Street. Sullo sfondo rimane l’attesa per la riunione del consiglio direttivo della Bce, in calendario giovedì. Milano ha terminato le contrattazioni in ribasso dello 0,31%. Anche lo spread è sceso sotto la soglia di 174 punti. L’euro si mantiene stabile sopra la soglia di 1,19 dollari (segui qui i principali cambi). Il petrolio ha invertito rotta nel pomeriggio (segui qui Brent e Wti).
Nervi saldi davanti a minacce Pyongyang
Le Borse europee avevano avviato le contrattazioni in deciso ribasso, risentendo delle preoccupazioni per le nuove minacce da parte della Corea del Nord, che ieri ha effettuato un nuovo test nucleare, provocando nel Paese anche un violento terremoto.
E tra l’altro il leader, Kim Jong-un, non sembra proprio volersi fermare, a dispetto delle condanne a livello internazionale. «Abbiamo continuato a vedere segnali di possibili lanci di missili balistici. Prevediamo anche che la Corea del Nord possa lanciare un missile balistico intercontinentale», ha dichiarato un funzionario del Ministero sud-coreano. I mercati, comunque, oggi hanno mostrato nervi saldi, sebbene lo stato di allerta sia elevato. Sullo sfondo rimangono inoltre i dubbi sulle trattative per l’innalzamento del debito pubblico americano e l’attesa per la decisione che giovedì prenderà il consiglio direttivo della Bce in materia di politica monetaria.
Corrono le Leonardo, bene le Generali
A Piazza Affari sono state gettonate le azioni Leonardo – Finmeccanica (+3,85%), tra le poche che potrebbero trarre beneficio da un peggioramento della tensione internazionale e una eventuale corsa agli armamenti. Sono inoltre salite le Generali (+0,6%), confortate dall’ipotesi che la compagnia riuscirà a incassare circa un miliardo di euro dalla cessione di asset, come indicato dal numero uno, Philippe Donnet, presente a Cernobbio. In particolare dovrebbe essere imminente la cessione sia delle attività in Portogallo, sia di quelle in Belgio. A fine 2016 Generali aveva dichiarato l’intenzione di uscire da 13-15 Paesi. Gli analisti di Hsbc oggi hanno raccomandato di acquistare le azioni del leone di Trieste (“Buy”).
Ferrari difende le posizioni, giù Fca
Ferrari ha difeso le posizioni, nonostante la delusione per la performance sul circuito di Monza, dove le Mercedes hanno dominato la scena. Gli analisti di Equita hanno consigliato di comprare le azioni, individuando un target di prezzo a 110 euro e scommettendo che il nuovo business plan che sarà presentato a inizio 2018 punterà su una strategia che comporti una crescita dei volumi e al tempo stesso un aumento dei margini, reso possibile da personalizzazioni e incremento del listino dei prezzi. Equita non esclude inoltre che Ferrari alla fine acquisterà anche una quota della Formula 1. Della galassia Agnelli sono invece andate male le Fiat Chrysler Automobiles (-1,27%) e leExor(-2,2%), dopo il rally di agosto.
A incoraggiare le prese di beneficio sono state anche le dichiarazioni del ceo, Sergio Marchionne, che ha escluso operazioni straordinarie all’orizzonte. «Fca non ha nessuna offerta sul tavolo e non è stata approcciata da nessuno», ha tagliato corto il manager. A far scattare le prese di beneficio sono stati anche dati deludenti sulle immatricolazioni Usa, con la casa italo-americana che ha accusato una frenata delle vendite dell’11% Oltreoceano nel mese di agosto, contro un calo generalizzato del mercato dell’1,8%. Numeri che hanno messo in ombra il balzo delle vendite in Italia, pari per la casa al 15,6% in linea con il mercato (+15,7%). Dal circuito di Monza, Marchionne ha confermato il progetto di scorporare Magneti Marelli e la componentistica «prima della fine del 2018», mentre ha indicato che i tempi per la valorizzazione di Alfa Romeo e Maserati saranno più lunghi.
Telecom paga dazio all’impasse su governance e mosse Esecutivo
Male Telecom Italia(-1,45%), che continua a risentire dell’impasse sulla governance e sulle future mosse del Governo, che di recente ha aperto il dossier per l’eventuale esercizio della golden power. In tema di cablatura per la fibra ottica, da Cernobbio il ceo di Enel, Francesco Starace, ha confermato di non essere interessato a una eventuale aggregazione delle reti tlc tra Enel Open Fiber e la rete Telecom.
Fuori dal paniere principale, occhi su Caltagirone Ed e Fincantieri
Fuori dal paniere principale, sono volate del 13,6% le Caltagirone Ed, allontanandosi dal prezzo di opa lanciata dalla famiglia Caltagirone sulla società editoriale. Operazione che si chiuderà venerdì. Le azioni hanno chiuso le contrattazioni a 1,5 euro, contro l’offerta di un euro messa sul piatto dal veicolo Chiara Finanziaria. Merito dell’acquisto da parte di fondi che, secondo indiscrezioni, vogliono bloccare il delisting della società. Intanto è emerso che nelle ultime sedute Amber Capital Uk è arrivato a detenere il 5,515% del capitale.
Sono rimaste sotto la lente le Fincantieri (+7,2%), dopo i segnali arrivati dal Forum Ambrosetti di Cernobbio sulla disponibilità a trovare un compromesso tra Italia e Francia sul caso Stx. Il ministro dell’economia, Bruno Le Maire, si è detto pronto a trovare una soluzione di
(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus)