Corea del Nord, la Francia: “Europa a rischio missili di Pyongyang prima del previsto”
PECHINO – I missili nordcoreani potrebbero essere in grado di raggiungere l’Europa “prima del previsto”: lo ha detto la ministra francese della Difesa, Florence Parly, nel corso di un intervento dinanzi ai militari a Tolone. “Lo scenario di una escalation verso un grande conflitto non può essere scartato”, ha affermato, aggiungendo: “L’Europa rischia di essere alla portata dei missili di Kim Jong Un prima del previsto”.
La Russia nel frattempo condanna il nuovo test atomico della Corea del Nord, ma il suo presidente Vladimir Putin ritiene che le sanzioni contro Pyongyang siano “inutili e non efficaci”. Anzi, “un conflitto potrebbe portare a una catastrofe globale”. Lo ha dichiarato dopo il summit dei Paesi Brics che si chiude oggi a Xiamen nel sud-est della Cina. Putin è convinto che “insistere sull’isteria militare” per risolvere il problema sia “senza senso, un vicolo cieco” e ha sottolineato che le durissime sanzioni accennate dal presidente americano Donald Trump (con annessa rottura totale con i partner commerciale dei norcoreani, in primis dunque la Cina) sarebbero assurde anche perché tra Mosca e Pyongyang “gli scambi commerciali sono praticamente pari a zero”.
Putin ha inoltre fatto un paragone molto scomodo per gli Usa: “Tutti ricordano bene cosa è successo in Iraq. Saddam Hussein aveva rinunciato alla produzione di armi di distruzione di massa; tuttavia, con il pretesto della ricerca proprio di queste armi, è stato distrutto il Paese e Saddam è stato impiccato. In Corea del Nord lo sanno bene tutti e se lo ricordano”. “C’è davvero qualcuno che pensa che solo per l’adozione di qualche sanzione, Pyongyang abbandonerà il percorso intrapreso per creare armi di distruzione di massa?”, ha continuato poi Putin rivolgendosi ai presenti.
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Intanto arriva una nuova minaccia della Corea del Nord agli Usa. “Le recenti misure di autodifesa adottate del mio Paese sono un pacchetto regalo indirizzato a nessun altro che agli Usa, che riceveranno altri pacchetti regalo dalla Corea del Nord finché continueranno le provocazioni sconsiderate e gli inutili tentativi di mettere la Corea del Nord sotto pressione”, ha affermato l’ambasciatore nordcoreano presso l’Onu a Ginevra, Han Tae Song, intervenendo a una conferenza delle Nazioni Unite sul disarmo, due giorni dopo il sesto test nucleare.
Non concede tregua dunque l’impennata della tensione sulla penisola coreana. Anche perché, a 48 ore dal sesto test nucleare condotto da Pyongyang e a 24 dalla simulazione di attacco compiuta da Seul, sembra imminente un nuovo esperimento balistico per gli scienziati del dittatore Kim Jong-un. Fonti dell’agenzia Asia Business Daily, non smentite dal governo sudcoreano, riferiscono che un missile intercontinentale è stato spostato verso la costa occidentale nordcoreana. Si tratta della regione utilizzata finora per effettuare i lanci con i quali le truppe del regime hanno messo a punto tecnologie che, secondo gli specialisti, potrebbero raggiungere anche il territorio americano e comunque mettere nel mirino le forze navali Usa dislocate nel Pacifico.
L’agenzia che ha divulgato la notizia dei movimenti militari ha citato fonti di intelligence. E sembra confermare i timori espressi nella giornata di ieri dalle autorità sudcoreane che ritenevano imminente un nuovo lancio. E sullo sfondo c’è anche la possibilità di un settimo test nucleare. Uno scenario che, nella giornata di ieri, è stato al centro della discussione del Consiglio di sicurezza dell’Onu dove gli Stati Uniti hanno chiesto di applicare contro Pyongyang il livello più alto di sanzioni. Misure che hanno trovato una reazione fredda da parte di Cina e Russia. “La nostra pazienza non è infinita”, ha tuonato però l’ambasciatrice di Washington nel Palazzo di vetro.
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E Seul ha intanto risposto all’appello di prepararsi per una massiccia risposta militare contro eventuali azioni di Kim: dopo aver simulato un attacco con bombardamento aereo, oggi la marina sudcoreana ha effettuato un’esercitazione di artiglieria in mare.
“Il fatto che si tratti di un’area geograficamente molto lontana non evita all’Europa di fare la sua parte nel conflitto nordcoreano, l’Europa ha una voce importante nel mondo, deve usarla”, ha detto invece la cancelliera tedesca Angela Merkel parlando al Bundestag, e sottolineando che ci possa essere “solo una soluzione diplomatica e pacifica per la quale ci si deve impegnare con tutte le forze”.
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