Cantone indaga la Rai sul cachet d’oro di Fazio. E Vespa è ancora ai box

Al consiglio di amministrazione Rai, stamattina, si discute del contratto di produzione di Fabio Fazio, con una novità in più: una lettera dell’Anac di Cantone, arrivata da poche ore sul tavolo del presidente Rai, per chiedere conto alla tv di Stato proprio del superingaggio di Fazio.

La richiesta di chiarimenti dell’Anticorruzione fa seguito all’esposto fatto dal deputato Pd Michele Anzaldi sulla cifra monstre strappata dal conduttore (oltre i 3 milioni di euro l’anno considerando compenso, più i diritti sul format e il ricavo come produttore), e sulle modalità di affidamento del programma ad una società di produzione ancora da costituire (e di cui è socio appunto lo stesso Fazio). Cantone chiede a Viale Mazzini tutta la documentazione sull’ingaggio, sulla differenza (al rialzo) rispetto al suo precedente contratto già milionario, la valutazione sul ritorno economico del programma, le spese di produzione a carico della Rai e quelle per la società esterna.

A Viale Mazzini liquidano la faccenda come una semplice formalità, l’Anac fa delle domande, la Rai ha un mese di tempo per rispondere, nel frattempo Fazio ha già pronto un nuovo studio di 1.500 metri quadri costato, a quanto risulta, 2 milioni di euro. Ma sul contratto con «Officina» (la nuova società Fazio-Magnolia che produrrà Che tempo che fa) di cui chiede spiegazioni Cantone, dovranno esprimersi proprio oggi i consiglieri Rai. «Sono consapevoli di tutti i profili giuridici e le eventuali conseguenze che potrebbero derivare dalla loro decisione? – domanda Anzaldi – È opportuno che venga assegnato questo appalto quando sulla vicenda indagano sia la Corte dei Conti che, ora, l’Anac di Cantone?» chiede il deputato della Vigilanza che all’Anac aveva segnalato l’anomalia di un appalto dato a scatola chiusa ad una società che non è nell’elenco dei fornitori, e non era neppure ancora nata al momento della chiusura del contratto tra la Rai e Fazio. La stessa denuncia era finita alla Procura generale della Corte dei Conti, che l’ha assegnata per le «valutazioni di competenza» alla Procura regionale del Lazio. Doppia lente di ingrandimento, dunque, ma la Rai va avanti per la sua strada, e il 24 settembre il programma di Fazio partirà come se nulla fosse.

Il via libera del Cda al contratto di produzione di Fazio è dato per scontato dai vertici Rai, tanto che neppure è stato messo nell’ordine del giorno della riunione di oggi (che formalmente riguarda la presentazione del piano editoriale del novo direttore del Gr Rai, Gerardo Greco, e la nomina di due nuovi direttori, il capo della finanza e quello dell’area tecnologica). Nella discussione si dovrebbe parlare del rinnovo di un altro big di Viale Mazzini, cioè Bruno Vespa. Anche Porta a porta andrà riprenderà la stagione tra pochi giorni, ma il giornalista potrebbe andare in onda senza un nuovo contratto con la Rai. Vespa e i vertici dell’azienda stanno trattando, perché non c’è stato finora accordo sul compenso del giornalista.

La Rai vorrebbe ridurlo, ma Vespa non ci sta. Tutto ruota sulla famosa definizione di «artista» che permette di sforare i tetti di compenso in Rai. A Porta a porta la Rai riconosce una peculiarità anche artistica, e quindi al conduttore la possibilità di ottenere un compenso più alto rispetto ai semplici giornalisti Rai. Sì, ma quanto più alto? Il braccio di ferro è in corso. Certo, l’aver concesso tutto e di più a Fazio gioca a favore di Vespa.

IL GIORNALE

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