Luciano Pavarotti, dalla lirica al pop: 10 anni senza il tenore che piaceva a tutti
10 anni fa, il 6 settembre del 2007, moriva Luciano Pavarotti, il grande tenore e superstar mondiale della lirica, ma non solo. Sperimentatore e artista a tutto tondo “Big Luciano” seppe più di chiunque altro unire l’opera con il pop e il rock, per portare il “genere alto” verso il grande pubblico. Tante le celebrazioni in suo ricordo. All’Arena di Verona questa sera il “Pavarotti 10th Anniversary”, lo omaggia ospitando sul palco molti di coloro che lo hanno accompagnato durante la sua lunga carriera da Plácido Domingo e José Carreras a Zucchero, Giorgia, Il Volo, 2Cellos…
Indimenticabile icona del mondo della lirica e della musica in generale, “Big Luciano” ha saputo riempire teatri e piazze di mezzo mondo con i suoi famosi duetti di “Pavarotti and Friends” e con i Tre Tenori. Il regista premio Oscar Ron Howard è pronto a dirigere un documentario sulla sua vita, mentre la città di Pesaro, dove il tenore aveva il suo “buen retiro”, gli intitolerà proprio oggi la spiaggia di Baia Flaminia, che assumerà la denominazione di “Lido Luciano Pavarotti”.
La malattia
Il tumore al pancreas lo sconfisse nel 2007 dopo una lunga battaglia e a 71 anni Luciano Pavarotti morì, verso le 5 del mattino nella sua villa a Santa Maria del Mugnano, nelle campagne alle porte di Modena, dove era tornato il 25 agosto dopo un ricovero di 18 giorni nel Centro oncologico del Policlinico per combattere una febbre alta e problemi polmonari che lo avevano colpito mentre era in vacanza nella sua villa sulle colline di Pesaro con la seconda moglie, Nicoletta Mantovani, e la figlioletta Alice.
Ci sono figure di successo che acquistano una popolarità al di là del proprio ambito e della propria arte, divenendo vere e proprie icone pop mondiali e, per la lirica, dopo Enrico Caruso e Maria Callas, questo è accaduto certamente a Luciano Pavarotti, non solo per la sua comunicativa romagnola e la simpatica corpulenza da gourmet, ma anche per come ha saputo e voluto aprirsi al mondo e al suo tempo, rompendo recinti e classificazioni tradizionali.
A dieci anni dalla sua scomparsa, resta il mito del cantante che a Londra il 2 giugno 1966, a 31 anni, nella ‘Fille du règiment’, unica opera in lingua non italiana che Pavarotti terrà poi in repertorio, esegue i nove Do acuti che costellano l’aria ‘Ah, mes amis, quel jour de fete!’ con incredibile baldanza, finendo sui giornali di mezzo mondo e entrando nella leggenda della lirica, che si unisce al mito dell’artista che negli anni ’80 e ’90 conquisterà fama extrateatrale e operistica, grazie anche alla tv.
E’ il periodo dei suoi mega concerti oceanici (a New York un ‘Rigoletto’ in forma di concerto il 17 giugno 1980 a Central Park e un recital il 26 giugno 1991, ambedue con oltre 200.000 spettatori; a Londra ad Hyde Park il 30 luglio dello stesso anno con 330.000 spettatori; a Parigi sotto la Tour Eiffel il 2 settembre 1993, passando per stadi e palazzi dello sport).
Vengono allora anche gli appuntamenti assieme a artisti diversi, cominciando con i 33 celebri concerti dei ‘Tre tenori’ con Placido Domingo e José Carreras tra il 7 luglio 1990 (alle Termedi Caracalla) e il 2003, gli stessi anni in cui nascono anche le grandi feste canore modenesi di ‘Pavarotti & Friends’ (10 edizioni dal 1992 al 2003), veicoli per svariate campagne umanitarie all’insegna della mescolanza di ogni genere musicale, che amplieranno incredibilmente la visibilità e popolarità di Pavarotti che si esibisce assieme e accanto a grandi star internazionali del pop e del rock. Sono eventi organizzati con l’aiuto di Nicoletta Mantovani, hostess nel 1993 del Pavarotti international horse show, con la quale nasce una relazione che porterà poi alla fine del primo matrimonio del tenore, alla nascita della figlia Alice e alle seconde nozze.
TGCOM