Vitalizi e ius soli Gentiloni finisce nella trappola Pd
Se non abbiamo capito male, le campagne d’autunno del Pd saranno due: mantenere i vitalizi ai parlamentari e concedere lo ius soli, cioè la cittadinanza automatica, ai giovani immigrati.
Come dire: mettiamo il sedere davanti ai calci degli italiani che, a grande maggioranza e in modo politicamente trasversale, vorrebbero sicuramente invertire gli addendi: sì ai tagli alla casta, no ad allargare le maglie della legge sulla cittadinanza.
Il bello è che, nei vari dibattiti estivi, i politici dai palchi si chiedono, stupiti, come mai siano cresciuti populismo e astensionismo. Evidentemente non hanno letto il grande Groucho Marx in una massima che li riguarda: «La politica – scrisse sconsolato – è l’arte di cercare guai, di trovarli, di fare una diagnosi inesatta e di applicare rimedi sbagliati». Tesi che si sposa alla perfezione con l’agenda politica della sinistra di questa fine legislatura.
Qui non è questione di inseguire i populisti nelle loro pulsioni, giuste o no che siano. Sarebbe anche inutile, perché tra l’originale e una copia il consumatore, in questo caso l’elettore, sceglie sempre la prima. Lasciamo pure ai grillini l’urlare contro tutto e tutti, salvo poi abbassare i toni se invitati nel salotto buono della finanza internazionale, come accaduto di recente al forum Ambrosetti di Cernobbio, più o meno come fanno i cagnolini con i loro padroni.
No, qui non si tratta di urlare, ma di governare. Ci sono le condizioni sociali, economiche, aggiungerei di sicurezza, per accelerare la concessione della cittadinanza a una platea composta da persone il più delle volte ancora fuori controllo come dimostrano i fatti di Rimini e non solo? La risposta oggettiva è no, non ci sono. Ci sono, viceversa, le condizioni per fare pace con l’opinione pubblica abolendo, come segno di buona volontà, un privilegio dei politici, che sarà anche legittimo in punta di diritto, ma che è il più odioso tra i tanti della casta? La risposta è sì, ci sono.
E allora perché insistere nell’inverso, se non per il gusto di sfidare avversari politici, umiliare gli italiani, placare le ansie di un pugno di opinionisti salottieri?
L’unica risposta sensata che mi viene in mente è che Renzi voglia così tagliare le ali a Gentiloni, al quale verrebbero intestate le due porcate. Poche righe: qui giace l’uomo della casta e della cittadinanza al branco di Rimini. Amen.
IL GIORNALE