L’auto sostiene le Borse prima del test Draghi. Nuovo balzo per Fca
–di C. Condina e A. Fontana
La seconda seduta da protagonista assoluto del settore auto, spinto in primis dai gruppi tedeschi sulla scommessa di una mano soft del prossimo governo sul diesel, fa respirare le Borse europee dopo due giorni in calo e porta in rialzo gli indici di Francoforte (la migliore), Parigi e Milano prima dell’atteso appuntamento con la Bce e con la conferenza stampa del presidente Mario Draghi. Intanto l’euro si è rafforzato sopra 1,19 dollari. In rosso invece Londra e Madrid. Piazza Affari ha guadagnato lo 0,35% nel FTSE MIBe lo 0,32% nel Ftse All Share. Nuovo allungo di Fiat Chrysler Automobiles(+4,3%). In luce i petroliferi, visto che il Wti e’ tornato ai massimi da un mese sopra quota 49 dollari al barile (+1% a 49,18): +2,8%Saipem, +0,7% Eni dopo il via libera del Mozambico alla vendita a ExxonMobil di una quota nella concessione del bacino offshore di Rovuma. Speculazione su Mediaset (+1,1%) per le voci su un asse CanalPlus-TimVision-Premium. Exploit di Bca Carige (+5,3%) che va verso il conto alla rovescia per l’assemblea decisiva sull’aumento di capitale.
Vola il settore auto in Europa, brilla Fca
Sfruttando l’ottimo momento sui listini dell’auto sugli echi provenienti dalla campagna elettorale tedesca, Fiat Chrysler ha raggiunto uno nuovo massimo dallo scorporo di Ferrari arrivando in area 13,7 euro per azione. Il nuovo balzo è stato favorito da una raccomandazione positiva degli analisti di Barclays che ritengono raggiungibili i target 2018 e scommettono sulle mosse strategiche di Sergio Marchionne nel nuovo piano al 2022. Il rialzo di Fca ha trascinato anche la holding Exor mentre Ferrari è rimasta sotto quota 98 euro. A Parigi Renault è risalita del 3% e Peugeot di quasi il 2% mentre a Francoforte la migliore del Dax è stata Daimler dopo un report di Goldman Sachs, diffuso oggi, che consiglia di acquistare l’azione con prezzo obiettivo a 81 euro (oggi ne vale 64). Bene anche Bmw e Volkswagen.
Mediaset (+2%) spinta da ipotesi coinvolgimento in jv Tim-Canal+
Oltre ai petroliferi e al settore auto sul listino principale di Piazza Affari ha recuperato terreno Mediaset. Ad alimentare gli acquisti sul titolo sono le indiscrezioni su un possibile scenario in cui Vivendi offrirebbe la possibilità a Mediaset stessa di conferire la sua pay-tv (Premium) nella joint venture allo studio fra Tim e Canal+. Mediaset diverrebbe così il terzo partner della società, che dovrebbe vedere Tim come azionista di maggioranza; al tempo stesso Vivendi potrebbe anche cedere il proprio 29% in Mediaset, se l’operazione si effettuasse. Secondo gli analisti di Equita, per Mediaset il deconsolidamento di Premium, per la quale la banca d’affari stima una perdita a livello di operating cash flow di circa 90 milioni nel 2017 e 30 milioni l’anno prossimo, sarebbe sicuramente una indicazione positiva, anche se «rimarrebbe da chiarire il perimetro e la valorizzazione della joint venture oltre agli obiettivi strategici della nuova società». Secondo gli analisti di Mediobanca, un’intesa tra tra Fininvest e Vivendi «sarebbe una buona notizia» anche se le ultime indiscrezioni ricalcano l’accordo discusso già l’anno scorso. In ogni caso, preoccupa «la mancanza di dettagli su come Vivendi potrebbe vendere la sua quota del 29%» in quanto un collocamento sul mercato si tradurrà in un grande rischio di eccesso di carta con possibili effetti negativi sulle quotazioni del titolo.
Unieuro scivola dopo il maxi collocamento in Borsa
Unieuro fanalino di coda di Piazza Affari dopo la vendita accelerata chiusa nella notte che ha riguardato il 17,5% del capitale al prezzo di 16 euro per azione. Il titolo è arrivato a cedere oltre il 5% allineandosi di fatto ai valori dell’operazione appena conclusa. Nel dettaglio, l’azionista di controllo Italian Electronics Holdings, questa mattina, ha annunciato di aver completato con successo la procedura di Accelerated bookbuilding (Abb) che, «in virtù dell’ammontare delle domande pervenute», ha visto anche un aumento del numero di azioni oggetto di cessione. Alla fine, sono state vendute a investitori istituzionali 3,5 milioni di azioni ordinarie detenute in Unieuro, corrispondenti al 17,5% del capitale azionario per un corrispettivo complessivo di circa 56 milioni. Il prezzo incorporava uno sconto del 7% circa rispetto all’ultimo prezzo di chiusura di Unieuro pre annuncio. E come sempre succede in questi casi il titolo in Borsa si è immediatamente adeguato al prezzo dell’Abb.
Vendite sui governativi della periferia: spread Btp/Bund risale a 175
Dopo un inizio di settimana di acquisti generalizzati sui governativi europei “core” e della periferia, la seduta odierna ha visto prevalere le vendite sui titoli italiani e spagnoli mentre i titoli tedeschi e francesi hanno consolidato il recupero. Secondo gli analisti di MpsCapital Services,il movimento degli ultimi giorni è stato innescato dalle tensioni geopolitiche e supportato anche da temi statunitensi come le discussioni sul tetto del debito Usa e il probabile impatto sulla crescita americana dell’uragano Harvey in Texas e del passaggio di Irma. «Alcuni membri Fed votanti (in particolare la Brainard) hanno cominciato a metter le mani avanti, dichiarando che occorre cautela nell’ipotizzare futuri rialzi dei tassi. I mercati, dal canto loro, hanno reagito di conseguenza, di fatto annullando da qui ad un anno i rialzi dei tassi che erano stati prezzati dopo la nomina di Trump lo scorso novembre». In Europa il rendimento del Bund a dieci anni si mantiene allo 0,34% mentre quello del pari scadenza italiano è salito al 2,09% dal 2,06% allargando lievemente il differenziale a 175 punti base.
(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus)