Così lo sceriffo Minniti sui migranti ha sedotto i grillini e il Carroccio
Le opposizioni non ammetterebbero mai apertamente, nemmeno sotto tortura, che il ministro dell’Interno Minniti ha fatto il massimo possibile per fermare gli sbarchi dei migranti. Sbarchi diminuiti dell’81% ad agosto, come certificato dall’Ue. In un clima da campagna elettorale, e su un tema caldo e ipersensibile come questo, 5 Stelle, Lega e Forza Italia vorrebbero fare il pieno di consensi avendo sempre cavalcato la linea dura. Ma ora linea dura se la sono trovata al ministero dell’Interno.
In due mesi il ministro dell’Interno è riuscito a svuotare di argomenti i comizi dei grillini sulle Ong, sull’accoglienza dei migranti, sui rapporti con l’Africa, e infine sugli sgomberi. Lo hanno dimostrato le parole del leader più in vista nel M5S, Luigi Di Maio. Il quale, nel rivendicare la primogenitura della campagna contro le Ong da lui definite «taxi del Mediterraneo», ha dovuto ammettere che il governo «stava finalmente facendo quello che loro dicevano da mesi, prendendo insulti da tutti».
Il crollo verticale dei dati sugli sbarchi e il clima di consenso generale attorno al lavoro di Minniti, in un’ottica cinica di calcolo elettorale, ha silenziato i grillini. Una presa d’atto che ha costretto il M5S a confrontarsi con un nuovo competitor sulla politica securitaria, e a moderare la svolta muscolare impressa da Di Maio. A confermarlo sono le dichiarazioni in controtendenza di Roberto Fico, già in aperta polemica con il collega di Movimento, che sulla scia del fondatore di Emergency Gino Strada definisce il decreto Minniti «niente più e niente di meno che un atto di guerra contro i migranti». Ma Fico nel M5S sembra ormai una voce isolata.
A essere spiazzati, però, non sono stati solo i grillini. Anzi. Il leader della Lega Matteo Salvini lo dice così alla Stampa: «Minniti è il meno peggio. Ha capito che anche una parte dell’elettorato del Pd voleva che si fermassero gli sbarchi e le Ong che andavano a prendersi i migranti quasi fino al bagnasciuga, in collaborazione con i trafficanti di uomini. Da questo, però, a dire che siamo suoi fan ce ne corre. Siamo contenti – continua – che dopo tre anni devastanti siano diminuiti gli sbarchi. Abbiamo dimostrato che si poteva fare. Ora speriamo che non siano solo mosse elettorali e che invece poi riapriranno i cordoni».
È costretto a concedere qualcosa anche il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri, uno dei più critici contro il governo sulla gestione dei migranti: «Minniti è riuscito a fare qualcosa perché ha seguito quello che gli abbiamo chiesto di fare». In sostanza, dice Gasparri, l’inversione di tendenza c’è stata grazie all’indagine conoscitiva della Commissione Difesa del Senato promossa da Fi. Sono state ascoltate le Ong e i procuratori di Trapani e Catania che per primi avevano denunciato il presunti contatti tra trafficanti e Ong. «Alla fine – ricorda Gasparri – è stato votato all’unanimità un documento che conteneva indicazioni poi messe in pratica da Minniti. Lo ha riconosciuto lui stesso».
Insomma, Gasparri conferma il cambio di passo che ha visto nel ministro dell’Interno l’interprete principale. «Se poi tutto questo avrà un effetto in termini di consenso per il Pd – precisa il vicepresidente del Senato – è da vedere, perché sono temi su cui per primi si è battuto il centrodestra. Senza dimenticare che è stato il governo Berlusconi, grazie agli accordi fatti con Gheddafi, ad aver bloccato l’invasione».
LA STAMPA