Draghi prende tempo fino a ottobre, a Milano pagano dazio le banche

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Chiusura contrastata per le Borse europee (segui qui i principali indici) nel giorno della Bce, che ha lasciato invariato il costo del denaro nel range 0-0,25% rinviando ogni decisione sul previsto “tapering” (ossia il rallentamento nel ritmo degli acquisti di bond) a ottobre, anche se tutto dipenderà, ha sottolineato, dall’andamento dei dati macroeconomici nelle prossime settimane. Un accomodamento monetario, ha comunque rimarcato Draghi, rimane necessario. Intanto, mentre la crescita «è solida e diffusa», ha detto Draghi, la Bce ha rivisto al rialzo le stime di crescita per l’anno in corso per la zona euro e ha confermato quelle per il 2018 e 2019.

D’altra parte lo stesso Draghi ha messo le mani avanti, asserendo che il rafforzamento dell’euro è motivo di preoccupazione. In particolare l’istituto centrale mette in conto per quest’anno un Pil in progresso del 2,2%, rivisto dal +1,9% stimato a giugno. Confermate invece le stime per il 2018 a 1,8% e per il 2019 a +1,7%. Inoltre secondo le nuove stime, l’inflazione crescerà al ritmo dell’1,5% nel 2017, dell’1,2% nel 2018 e dell’1,5% nel 2019. A giugno, a Tallinn, l’Eurotower aveva previsto un +1,5% dei prezzi quest’anno, seguito poi da +1,3% nel 2018 e +1,6% nel 2019. La revisione al ribasso è dovuta al forte apprezzamento dell’euro, cresciuto del 5% rispetto a giugno quando erano state diffuse le stime precedenti. Intanto Oltreoceano il presidente americano Donald Trump ha raggiunto un accordo con i democratici per estendere di tre mesi il tetto al debito e il finanziamento del governo Usa in un pacchetto che prevede aiuti per le vittime dell’uragano Harvey. Mossa interpretata come segnale di debolezza in vista del varo della riforma fiscale che prevederebbe una aliquota per le imprese al 15%.

Milano la peggiore d’Europa , Francoforte la migliore con titoli energia

Milano ha registrato la performance più debole del Vecchio Continente, con il FTSE MIB che ha perso lo 0,42%. E’ rimasta al palo anche Madrid, mentre Francoforte è stata la migliore (+0,67%), nonostante il deludente dato sulla produzione industriale che in Germania a luglio è rimasta invariata rispetto a giugno, quando aveva già subito un ridimensionamento dell’1,1%. Parigi ha guadagnato lo 0,26%. Il listino tedesco ha però beneficiato della performance dei titoli dell’energia, spinti in alto dalla speculazione su una eventuale aggregazione tra la spagnola Iberdrola e la tedesca Innogy, controllata da RWE. I titoli del gruppo tedesco RWE sono saliti del 3,81%, trascinando dietro anche quelli della concorrente EON (+1,86%). Innogy ha guadagnato l’1,94%.

Crolla Ferrari e soffre galassia Agnelli

Piazza Affari ha risentito della debolezza della galassia Agnelli. Le Ferrari hanno guidato i ribassi, lasciando quasi il 7%, dopo il consiglio di vendere espresso da Morgan Stanley. La banca d’affari sostiene che la società del Cavallino Rampante abbia bisogno di un “momento di un pit-stop” dopo il balzo registrato da inizio anno che le ha fatto raddoppiare le quotazioni a Wall Street e che l’ha spinta in alto del 70% a Milano. Gli analisti hanno espresso qualche perplessità sull’ipotesi che la casa riesca a vantare il raddoppio dei volumi di vendita nei prossimi 5-7 anni, mantenendo il carattere di esclusività. Tra l’altro secondo gli esperti di Morgan Stanley Lamborghini, McLaren, Aston Martin potrebbero intraprendere la strada di Ferrari e puntare alla Borsa, scommettendo sulla forza dei propri brand. In più è tutto da vedere il risultato che la Rossa otterrà anche con l’ingresso nel segmento dei prodotti Suv. Della galassia Agnelli, sono andate male le Fiat Chrysler Automobiles (-1,1%), le Exor(-3,5%) e le Cnh Industrial (-0,69%). Quest’ultime pagando dazio ai dati deludenti del mercato brasiliano di macchine per l’agricoltura nel mese di agosto. In base alle statistiche diffuse da Anfavea, l’associazione nazionale dei costruttori, le vendite complessive si sono attestate a poco più di 4mila con un rialzo del 3% rispetto a luglio, ma in flessione dell’11% su agosto 2016. In particolare i trattori hanno registrato una flessione del 6,6% annuo mentre per i combinati la contrazione è stata del 29% circa.

Soffrono le banche dopo nulla di fatto Bce

Hanno perso quota le azioni delle banche, con Banco Bpm (-2,6%) e Ubi Banca (-2,5%) in prima fila nei ribassi. Il lento rientro dalla politica a tassi zero- ovviamente – non è una buona notizia peril settore , che vede i propri margini ancora sotto pressione per molto tempo. Tra l’altro indiscrezioni parlano di un alleanza tra Draghi e Weidmann (il numero uno della Bundesbank) per tenere i tassi a zero fino alla fine del 2018 in modo da non dare nuova benzina all’euro, che già si sta rafforzando per ‘motu proprio’ grazie al buon andamento economico della zona euro.

Vira al rialzo Telecom bene il lusso

Telecom Italia (+0,64%) ha virato al rialzo sul finale, dopo avere sofferto per gran parte della seduta, risentendo ancora dell’incertezza legata alla governance, alle mosse del Governo e anche alle decisioni che adotterà l’Agcom, che mercoledì si riunirà e probabilmente analizzerà la posizione di Vivendi in Mediaset (+1,49%) e Telecom.

Sono invece andate bene le azioni della moda, mentre sono iniziate le sfilate newyorchesi e in vista di indicazioni sul settore che potrebbero emergere dalle passerelle di Milano e Parigi delle prossime settimane. Sono state gettonate le Luxottica Group(+1,6%), leSalvatore Ferragamo(+1,14%) e le Moncler (+0,9%). ono invece andate male Scivola invece Leonardo – Finmeccanica sul probabile slittamento della maxi-gara per fornire gli addestratori all’esercito Usa

Bene Azimut giù Finecodopo dati raccolta agosto
Sono andate abbastanza bene le Azimutt (+0,26%), nel giorno in cui la società ha diffuso i dati sulla raccolta di agosto, archiviata con un risultato positivo di 311 milioni. La raccolta netta da inizio anno ha superato i 4,1 miliardi. Finecobank ha invece perso lo 0,44% dopo i dati di agosto: la società ha vantato una raccolta netta per 441 milioni di euro, in rialzo del 92% su base tendenziale. Da inizio anno, la raccolta netta di Fineco si è attestata a 3,8 miliardi. S

Euro riaggancia quota 1,2 dollari, dopo parole presidente Bce

Sul fronte dei cambi, l’euro ha riconquistato quota 1,20 sul biglietto verde dopo la parole di Draghi: (segui qui i principali cambi). Lo spread ha battuto in ritirata a 167 punti

Petrolio debole, salgono scorte negli States

Giornata di debolezza per il petrolio (segui qui Brent e Wti), nel giorno in cui il Dipartimento americano dell’Energia ha reso noto cje nella settimana conclusa il primo settembre le scorte di petrolio degli Stati Uniti sono aumentate di 4,58 milioni di unità a 462,353 milioni. Il rialzo, ad ogni modo, è inferiore alle attese degli analisti, che avevamo messo in conto un rialzo di 5 milioni, dopo la discesa di 5,392 milioni di unità precedente. Anche l”utilizzo della capacità degli impianti si è attestato al 79,7%, meno del 96,6% del dato precedente e meno anche dell’83% atteso.

Germania, delude la produzione industriale: invariata a luglio
La produzione nel settore manifatturiero tedesco e’ stata più debole del previsto nel mese di luglio. Secondo l’Ufficio federale di statistica (Destatis), e’ rimasta invariata rispetto al mese precedente, mentre gli economisti prevedevano un incremento dello 0,5 per cento. La produzione industriale in senso stretto e’ aumentata di 0,3 per cento rispetto al mese precedente. La produzione di beni d’investimento e’ diminuita dello 0,3 per cento. La produzione di beni intermedi e’ aumentata di 1,4 per cento, mentre i beni di consumo sono diminuiti di 0,3 per cento. La produzione in costruzione e’ stata di 0,5 per cento rispetto al mese precedente, mentre la produzione di energia è diminuita del 4,7 per cento. Nel mese di giugno la produzione industriale era inaspettatamente diminuita dell’1,1% rispetto al mese precedente.

Dagli States richieste alla disoccupazione deludenti

Il dato sulle richieste iniziali alla disoccupazione negli Stati Uniti è risultato deludente. In particolare nei sette giorni conclusi il 2 settembre il numero di lavoratori che per la prima volta hanno fatto richiesta per ricevere sussidi di disoccupazione negli Stati Uniti è salito più delle stime, registrando il balzo maggiore da novembre 2012 e portandosi al massimo da aprile 2015. Pesa l’effetto dell’uragano Harvey, che ha colpito il Texas a fine agosto (per fare un paragone, le richieste erano balzate di 98.000 unita’ nella settimana dopo l’uragano Katrina, nel 2005). Secondo quanto riportato dal Dipartimento del Lavoro, le richieste iniziali di sussidi di disoccupazione sono cresciute di 62.000 unità a 298.000, contro le 236.000 della settimana precedente (invariato rispetto alla prima stima). La media delle quattro settimane, più attendibile in quanto non soggetta alle fluttuazioni del mercato, è salita di 13.500 a 250.250 unità.

Sempre oggi è però emerso che la produttività negli Stati Uniti è salita più delle previsioni nel secondo trimestre, segno che l’economia americana, comincia a migliorare anche sul fronte industriale. Stando al dato diffuso dal Dipartimento al Lavoro, l’indice ottenuto dividendo la produzione per il numero di ore lavorate è salito dell’1,5% rispetto ai tre mesi precedenti (rivisto al rialzo rispetto al +0,9% della stima preliminare), mentre gli analisti attendevano una crescita dell’1,4%. Rispetto al secondo trimestre 2016 la produttività e’ in aumento dell’1,3%, sopra la media dell’1,2% vista tra il 2007 e il 2016, ma sotto il 2,6% dell’inizio degli anni Duemila. Il costo unitario del lavoro, è salito dello 0,2% (rivisto al rialzo dal dato invariato della stima preliminare), mentre gli analisti attendevano una crescita dello 0,4%. L’output è cresciuto del 4% rispetto al primo trimestre, mentre le ore lavorate sono aumentate del 2,5%. Nel primo trimestre la produttività era salita dello 0,1% e il costo del lavoro del 5,4%.

(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus)

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