Euro e petrolio frenano le Borse. Milano sale grazie alle banche

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L’euro/dollaro ai massimi da gennaio 2015 e il tonfo del greggio, dopo il +6% dell’ultima settimana, (-1,7% Wti a 48,25 dollari al barile) con i timori sull’effetto Irma frenano le Borse europee che vivono una seduta complessivamente anonima. I principali indici azionari hanno terminato le contrattazioni poco distanti dalla parità: in rosso Londra, piatte Francoforte, Parigi e Madrid mentre Milano è salita dello 0,25% nel FTSE MIBgrazie al supporto dei bancari. Il focus di giornata è andato sulle banche centrali: le indiscrezioni sui programmi della Bce di ridurre gli acquisti mensili di titoli sul mercato rispetto ai 60 miliardi di euro attuali hanno rafforzato la moneta unica (a 1,20311 dollari) mentre, sul lato della Federal Reserve, l’incertezza espressa dal presidente della Fed di New York Dudley sui tempi della stretta monetaria in Usa hanno mantenuto il dollaro ai minimi da 33 mesi nei confronti del paniere delle principali divise. La moneta Usa ha anche sofferto il nervosismo per le tensioni tra Usa e Nord Corea e per i violenti uragani che hanno colpito i Caraibi con fortissimi danni e stanno risalendo fino alla Florida e il forte terremoto in Messico. Poco mossi gli indici di Wall Street.

A Milano brillante Yoox Net-a-Porter (+4,7%) grazie al giudizio positivo di Morgan Stanley che vede una accelerazione in vista di ricavi e margini. Bene le banche (+1,5% Mediobanca, +1,4% Banco Bpm). Pesanti i petroliferi (-2,3% Saipem, -2,2% Tenaris), realizzi su Mediaset (-2,2%) dopo il recupero degli ultimi giorni. Sottotono Banca Generali (-1,7%) nonostante una raccolta di agosto positiva.

Bce: governatori hanno discusso di ridurre Qe a 40 o 20 mld per 6 o 9 mesi
Nella riunione di ieri a Francoforte, secondo quanto riporta Reuters, il consiglio direttivo della Bce avrebbe discusso della possibilità di ridurre gli acquisti a 40 o 20 miliardi per 6 o 9 mesi. Secondo le fonti anonime citate inoltre, i titoli in scadenza, oggetto di reinvestimento, salirebbero lentamente a 15 miliardi al mese nel corso del 2018. In conferenza stampa il presidente Mario Draghi ha spiegato che le decisioni da prendere sono “molte e complesse” e comportano rischi aggiungendo che “il grosso delle decisioni sarà preso a ottobre”. Draghi ha anche spiegato che nelle discussioni si è parlato della durata degli acquisti e dulla loro entità. Sempre secondo la Reuters non è stata oggetto di discussione la modifica dei limiti per emittente (33%) a causa principalmente di problemi legali dovuti alla richiesta della corte costituzionale tedesca di un chiarimento presso la Corte di Giustizia Europea.

Stand-by Fed: Dudley, presto dire nuova stretta

Sul fronte della Federal Reserve, il presidente della Fed di New York William Dudley ha dichiarato che è «troppo presto per dire quando ci sara’ il prossimo rialzo dei tassi» confermando quindi che sarà piuttosto difficile ipotizzare una nuova stretta monetaria prima della fine dell’anno. «Avremo più chiarezza nei mesi a venire» su questo fronte, ha dichiarato Dudley. Teoricamente la Fed vorrebbe effettuare una terza stretta nel 2017 dopo quelle di marzo e giugno ma secondo il mercato c’e’ solo il 27% di probabilita’ che cio’ succeda. Il banchiere ha parlato anche dell’impatto di Harvey e degli altri uragani in arrivo sull’economia americana. Gli uragani rendono difficile analizzare i dati macroeconomici ma in generale le opere di ricostruzione li sostengono nel lungo termine – ha detto in una intervista alla Cnbc, il Pil del terzo trimestre del 2017 potrebbe risentirne un po’».. Tempeste a parte, ha aggiunto, l’economia Usa va bene, «sta forse accelerando un pochino, le condizioni finanziarie sono abbastanza forti e un dollaro debole migliora le esportazioni», ha continuato.

Vendite su minerari e energia, bancari positivi

Minerari e energia sono stati i settori nettamente più penalizzati in Europa mentre i bancari hanno beneficiato della prospettiva di tassi di mercato più alti con le prossime mosse della Bce sul Quantitative Easing. Sul Ftse Mib, la buona performance complessiva del settore del credito (+0,7% il Ftse Italia Banche) è stata completata dal +1% di Unicredit e di Banca Mediolanum e dal +0,9% di Ubi Banca. La migliore del comparto, insieme a Mediobanca, è stata Banco Bpm. Secondo indiscrezioni di stampa, la scadenza per la presentazione delle offerte per l’accordo di bancassicurazione slitterebbe ad ottobre perché nessuno dei quattro player ancora in gara (Cattolica, Generali, Covéa e Allianz) avrebbe presentato offerte migliori dei concorrenti e la banca non avrebbe discusso con nessuna di loro un possibile ingresso nel capitale.

Poco movimento su Fiat Chrysler Automobiles con il ceo di Volkswagen Muller che ha dichiarato in un’intervista di non essere interessato a diventare ancora più grande e che le voci di un interesse su Fca sono solo speculazioni. Inoltre, Ubs ha alzato il target price su Fca a 13,40 euro da 11 con neutrale. In positivoStmicroelectronics dopo che Euronext ha annunciato che il titolo dal 18 settembre tornerà nel Cac40 di Parigi, da cui era uscito nel 2013, al posto di Nokia.

Perché l’euro continua a salire nonostante i timori di Draghi

Lusso dai due volti: balzo Ynap, vendite su Ferragamo

I titoli del lusso, tornati da qualche seduta a muoversi dopo un agosto fiacco, sono stati contrastati a causa di alcune valutazioni emesse da diverse case di investimento. Yoox Net-A-Porter Group è stata tra i migliori di Piazza Affari sostenuta dagli analisti di Morgan Stanley che, dopo un incontro londinese con alcuni manager di prima fila del gruppo di e-commerce, ritengono che per ricavi e margini sia in arrivo una fase di accelerazione dopo un 2016 di transizione anche per via dell’integrazione tra Yoox e Net-a-Porter. Pesante invece Salvatore Ferragamo su cui Credit Suisse nutre perplessità poiché il recente cambio dei vertici dovrebbe portare a un periodo di transizione con impatti sui margini del gruppo. Lo stesso broker invece è tornato a ribadire la sua posizione positiva (“outperform”) suTod’s (+1,3%) scommettendo anche su un rimescolamento manageriale (pur con la conferma di Diego Della Valle come numero uno) che possa ripensare le strategie del gruppo marchigiano.

B.Generali giù. Raccolta agosto cala ma +25% da inizio anno

Banca Generali è stata tra i peggiori nonostante i dati sulla raccolta di agosto. L’istituto ha realizzato ad agosto una raccolta netta di 470 milioni di euro, dopo 481 milioni a luglio e il saldo da inizio 2017 sale a 4,77 miliardi, con un incremento del 25% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. La nuova raccolta – precisa la banca – si e’ indirizzata prevalentemente verso soluzioni di risparmio gestito che hanno segnato una raccolta di 406 milioni portando il totale da gennaio a 4,26 miliardi, con una crescita del 66% sullo scorso anno.

Giù il dollaro, vola l’euro. Acquisti sull’oro, incerto il petrolio
Tornando al dettaglio del mercato valutario, il dollaroè rimasto sotto pressione con l’euro che ha sfiorato quota 1,21 sul biglietto verde a 1,2093. Il biglietto verde continua a rimanere debole contro quasi tutte le principali valute, complici anche le incertezze legate all’impatto degli uragani sulla crescita del Paese. In apprezzamento le commodity currency legate all’andamento del petrolio come corona norvegese e dollaro canadese. Debolezza per il peso messicano dopo che il Paese è stato sorpreso nella nottata da un forte sisma. Biglietto verde sotto pressione anche contro yen, con la moneta giapponese saluta ai massimi da novembre. L‘oro è salito sui massimi da un anno sopra i 1350 dollari l’oncia.

Btp, rendimento decennale torna sopra 2%
Dopo il netto apprezzamento della vigilia, sulla scia delle parole del presidente della Bce Mario Draghi, i titoli di Stato italiani decennali tornano a perdere terreno con conseguente risalita dei rendimenti sopra il 2 per cento (1,98% giovedi’). Tengono meglio, invece, i titoli di Stato tedeschi con la conseguenza che lo spread fra il titolo italiano decennale benchmark (Isin IT0005274805) e il pari scadenza tedesco viene indicato nel finale a 171 punti base contro i 167 punti base del finale di giovedi’. Il rendimento dei decennali italiani risale al 2,03% in controtendenza rispetto all’andamento dei titoli di stato core dell’Eurozona. Deboli anche i Bonos spagnoli con il rendimento in risalita all’1,55 per cento.

(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus)

 

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