Carabinieri accusati di stupro, l’ira di Del Sette: «Sarebbe indegno» Ma loro negano con i superiori

ROMA È l’ennesima tegola che si abbatte sull’Arma dei carabinieri. Un’inchiesta che provoca imbarazzo, ma soprattutto rabbia. Perché è vero – come precisano al comando generale – che bisognerà attendere l’esito delle verifiche disposte dalla magistratura sul racconto delle due ragazze statunitensi. Ma è pur vero che la loro denuncia ha scatenato un caso internazionale, con la nota del Dipartimento di Stato che rischia di trasformarlo in un incidente diplomatico. Non a caso il comandante generale Tullio Del Sette in serata ha diramato una nota ufficiale e ha affermato: «Se fosse vero, cosa che auspichiamo tutti venga accertata quanto prima, si tratterebbe di un fatto di gravità inaudita che rende i protagonisti indegni dell’uniforme che indossano e che comporterà gravi conseguenze, anche immediate, sul piano disciplinare e della condizione di stato».

Il richiamo di Pinotti

Già due giorni fa, quando sono filtrate le prime notizie, il ministro della Difesa Roberta Pinotti aveva parlato con il generale Tullio del Sette per avere chiarimenti. E ieri, dopo la conferma dell’iscrizione sul registro degli indagati dei due militari, ha chiesto di «procedere con rigore e massima severità».

Vuol dire che bisognerà attendere l’esito delle perizie già disposte sui vestiti delle studentesse, sui locali dove – hanno raccontato – sarebbe avvenuta la violenza. Ma vuol dire anche che, se dovesse essere accertato anche soltanto il rapporto sessuale, i due carabinieri sarebbero subito sospesi dal servizio e sottoposti alla procedura disciplinare che può portare fino alla messa in congedo. Non è infatti consentito che chi indossa la divisa possa comportarsi come un normale cittadino.

La difesa dei militari

Nei prossimi giorni i due carabinieri saranno interrogati dal magistrato. Al momento filtrano indiscrezioni su quanto avrebbero raccontato ai superiori, ma anche sulle verifiche disposte dagli stessi reparti dell’Arma. E sulla loro determinazione a negare di essersi comportati in maniera violenta, ma anche smentendo categoricamente che ci sia stato un rapporto sessuale.

Tanto che a livello provinciale i carabinieri evidenziano la «presenza a Firenze di almeno 4.000 studenti stranieri e l’esistenza di centinaia di denunce per stupro che si rivelano totalmente infondate». E anche questa volta – dicono – «potrebbe essere andata così». Per difendersi i due carabinieri avrebbero sostenuto che «quella sera era la prima volta che uscivamo in pattuglia insieme, ci siamo limitati ad accompagnarle a casa. Possiamo aver sbagliato perché dovevamo accompagnarle in ospedale, ma la storia che raccontano non è vera». Escludono la violenza «perché non è possibile che nessuno abbia sentito le grida». Una posizione che al momento non appare però convincente.

CORRIERE.IT

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