Il centrodestra stacca Pd e M5S Quota 35% anche con il listone e Berlusconi «batte» Salvini

Lo scenario che emerge dal primo sondaggio realizzato dopo la pausa estiva è sostanzialmente simile a quello registrato alla fine del mese di luglio: si conferma il testa a testa tra M5S (26,6%, in lieve flessione) e Pd (26,5%), si consolida il consenso per il centrodestra nel suo insieme (Forza Italia 15,6%, Lega 15% e FdI 5%), Articolo 1-Mdp (3,6%) si mantiene sopra la soglia di sbarramento e Ap continua a faticare (2,2%). Oltre un elettore su tre (34,8%) intende astenersi o è indeciso.

Le amministrative di giugno hanno segnato uno spartiacque, evidenziando un clima nettamente favorevole alle forze di centrodestra e ponendo più di un interrogativo sullo «schema di gioco» che potrà essere adottato, tenuto conto che l’attuale legge elettorale assegna il premio di maggioranza alla lista, non alla coalizione, che superi il 40% dei voti validi. A questo proposito abbiamo testato gli orientamenti di voto in presenza di una lista unitaria di centrodestra che, per il momento, comprenda i tre partiti principali.

Risultato tutt’altro che scontato

Le stime sostanzialmente si equivalgono: il centrodestra diviso si attesta al 35,6%, mentre unito in una sola lista raggiungerebbe il 35%. Risultato tutt’altro che scontato, perché tradizionalmente la fusione di più partiti in un unico soggetto determina un consenso inferiore rispetto alla somma dei voti dei singoli partiti. Inoltre, il centrodestra da sempre ottiene risultati migliori presentandosi diviso. Basti pensare a quelli ottenuti con il Mattarellum: nel 2001, ad esempio, la Casa delle libertà guidata da Berlusconi prevalse di 2,4% sull’Ulivo guidato da Rutelli allorché nella quota proporzionale i partiti che facevano capo alla Cdl ottennero il 14% di voti in più rispetto a quelli dell’Ulivo. Nell’ipotesi di lista unitaria attualmente tra gli elettori soprattutto di Forza Italia e Lega non mancherebbero le defezioni ma sarebbero compensate dall’ingresso di un flusso di voti proveniente prevalentemente dall’ area dell’indecisione e dell’astensione.

Contrapposizione tra forzisti e «sovranisti»

Nelle ultime settimane il clima favorevole al centrodestra ha in parte attenuato le divergenze tra i leader ma non ha eliminato alcune questioni di fondo rispetto alle quali il sondaggio odierno conferma le divisioni tra diversi elettorati registrate all’inizio di luglio. Nello specifico: 1. Aumenta la quota di coloro che ritengono praticabile il progetto di lista unica sia tra tutti gli italiani (35%, in crescita di 4% rispetto a luglio), sia tra gli elettori del centrodestra (65%, + 2%). I leghisti permangono i più scettici, ma nelle loro fila aumenta nettamente l’ottimismo (58%, + 9%) pur in presenza di un terzo di loro convinto che le differenze tra i partiti siano così numerose da impedire la possibilità di definire un programma comune. 2. Riguardo alla linea politica da adottare, quasi un italiano su due (47%) auspica che prevalga quella moderata di Forza Italia, mentre uno su tre (33%) vorrebbe che si affermasse quella più radicale degli altri due partiti. I pareri sono contrapposti tra forzisti e «sovranisti» ma nell’insieme del centrodestra il pendolo è spostato sul posizionamento radicale (55% a 39%). 3. Analoghe divisioni si registrano sulla leadership della lista unitaria: i tre elettorati parteggiano in larga misura per il proprio leader e nell’insieme Berlusconi (39%) prevale su Salvini (32%), portando a + 7% il vantaggio registrato a luglio (+3%). A seguire Meloni (14%), Toti (7%) e Zaia (5%). 4. Da ultimo, le possibili alleanze post elettorali: qui le opinioni sono più concordi. La maggioranza (51%) ritiene che sarebbe meglio evitare qualsiasi alleanza rimanendo all’opposizione. In subordine si privilegia un accordo con M5S (28%) rispetto al Pd (9%). Anche tra gli elettori di FI l’alleanza con i pentastellati prevale su quella con i dem. Pur in presenza di diverse opinioni su posizionamento, programma e leadership, al momento la prospettiva di un successo elettorale galvanizza l’elettorato di centrodestra e consente di attrarre nuovi elettori, soprattutto tra quelli che oggi stanno alla finestra. Questi ultimi rappresentano un bacino contendibile che potrà risultare decisivo.

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