Si apre il terzo fronte

Luca Ubaldeschi

La protesta e il disorientamento che arrivano dalla voce dei presidi aprono un terzo fronte in quella che stiamo imparando a catalogare come «la battaglia dei vaccini»: cominciata a livello di famiglie – una netta minoranza, è giusto dire -, si è allargata alla politica e alle istituzioni, come la recente polemica del Veneto ha dimostrato, e ora investe direttamente la scuola.

 Una conseguenza inevitabile, certo, visto che le nuove disposizioni ministeriali vanno a incidere proprio sull’accesso in classe. Ma estremamente pericolosa, perché crea confusione e rischia di indebolire ancora di più il luogo deputato a formare i nostri figli, a costruire il futuro del Paese. La scuola italiana è già tormentata da problemi cronici: non è accettabile trasformarla in un’arena dove si scontrano pro e no-vax.

 

Pensiamoci, mentre leggiamo le cronache di bambini respinti al portone e di genitori che contestano gli obblighi in vigore da quest’anno. I presidi meritano chiarezza per poter gestire un tema ormai entrato in modo prepotente nel nostro quotidiano. E i bambini meritano con atti concreti quel rispetto che spesso gli adulti sbandierano soprattutto a parole e che ora anche le istituzioni internazionali reclamano per evitare che una questione di coscienza diventi un pericolo per la salute.

LA STAMPA

 

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