Giulio Tremonti: “Vi spiego che cosa non torna sui soldi sequestrati alla Lega”
Senatore Giulio Tremonti, il procuratore capo di Genova ha detto: “Abbiamo il massimo rispetto per la Lega e per tutti i partiti. Ma noi non abbiamo messo in atto nessun attentato alla Costituzione. Abbiamo agito a tutela del Parlamento”. Cosa ne pensa?
«Premetto che provo a formulare un parere esclusivamente tecnico o se vuole giuridico, certo non politico, l’ impressione è che da Genova stia venendo fuori, per atti e per detti, un caso di quelli che in filosofia del diritto si indicano come basati su di una “motivazione suicida”. In sintesi: da una parte si ragiona in termini di diritto comune, come se si trattasse di una legge ordinaria, dall’ altra parte si ammette ma nello stesso tempo si ignora che si sta interpretando una legge di applicazione costituzionale».
Prosegua.
«Che sia legge ordinaria o che sia legge di applicazione costituzionale il criterio interpretativo deve essere quello dell’ equità, della razionalità. Oggi, con il progredire del diritto europeo, avanza e si impone il criterio della proporzionalità. Quando si esce dal campo delle leggi ordinarie per entrare in quello delle leggi di applicazione costituzionale, a maggior ragione dovrebbe poi valere a qualsiasi livello di giudizio il criterio della conformità alla Costituzione. Nel caso qui in oggetto sarebbe stato sufficiente il criterio della proporzionalità e non necessario quello addirittura della incostituzionalità».
Cosa c’ è stato di sproporzionato?
«Non tutti i documenti sono noti e io ne ho tratto conoscenza solo dalle fonti giornalistiche. Ciò premesso mi permetto di notare quanto segue: a Milano c’ è stata una condanna di primo grado per una appropriazione indebita pari a 500 mila euro.
Su Genova i giornali parlano della scomparsa di quasi 50 milioni. Anche assumendo che le appropriazioni indebite siano state superiori a quelle accertate a Milano, mi permetto di notare che per portare via 50 milioni servirebbe un banchiere di quelli dei tempi nostri».
Tipo Banca Etruria?
«Andiamo avanti Per quanto risulta dai giornali, pare che la questione non sia stata tanto di fatto, essendo diffusa l’ opinione che il grosso di quei soldi sia servito negli anni scorsi per fare le campagne elettorali, ma sia stata di diritto. E di specie una interpretazione integralistica della legge allora vigente sul finanziamento pubblico dei partiti. La vecchia legge presupponeva la presentazione di un bilancio veritiero e certificato. A questo punto si possono fare due ipotesi».
Quali?
«Se il bilancio è totalmente falso è giusto che cada tutto il titolo di attribuzione patrimoniale. Ma se il bilancio non è totalmente falso e solo parzialmente falso, allora l’ interpretazione della legge non può essere assolutistica, integralistica. Come se ci fosse l’ algoritmo tutto tutto-niente niente. In realtà la proporzionalità va applicata a tutti i cittadini e in tutti i casi. Certo e comunque anche in un caso in cui sono in gioco principii di applicazione di legge costituzionale. In conformità allo spirito della Costituzione hai il dovere di ridurre in proporzione al falso e all’ illecito, ma non puoi azzerare tutto, per il solo fatto che una parte è stata falsificata. Come se tutti i fondi fossero stati distratti e non invece utilizzati per le campagne elettorali. Nella vicenda c’ è un ulteriore fattore di irregolarità e di complicazione, che è una estensione del rifiuto del principio di proporzionalità».
Quale?
«Forse non si è tenuto conto che nell’ intervallo di tempo che va dagli anni che sono stati oggetto di giudizio alla odierna azione esecutiva, è cambiata la legge. Così, per applicare la legge vecchia si svuota la legge nuova».
Parla del finanziamento pubblico.
«Negli anni che sono stati oggetto di giudizio qualcuno avrebbe portato via tutto quanto ricevuto in base alla vecchia legge. Se è vero questo, le somme che ci sono adesso sui conti non sono quelle che vengono dalla vecchia legge e che sarebbero state portate via, ma sono quelle che sono venute in base alla legge nuova, quella sul 2 per mille. Una norma ancora più vicina allo spirito democratico perché fa dipendere il finanziamento ai partiti direttamente dalla volontà espressa dai cittadini con il cosiddetto due per mille».
Lei inventò sia l’ otto per mille che il cinque per mille.
«Facciamo 13 per mille In realtà l’ indicazione diretta della destinazione di indirizzo della propria imposta è una forma di democrazia diretta.Detto questo è del tutto evidente che l’ azione esecutiva che è in corso – che è mirata al recupero delle somme indebitamente percepite in base alla prima legge – non può essere sviluppata svuotando la seconda legge».
Non è normale recupero crediti, come sembra far capire la procura?
«A me sembrava che proprio in quella dichiarazione ci fosse cognizione che non è materia di diritto comune o recupero crediti o una comune erogazione di sanzione, ma legislazione speciale».
di Matteo Pandini
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