Di Maio, la prima biografia amica: “Se fallisco, lavapiatti a Bruxelles”

di CONCETTO VECCHIO

ROMA. Baciare la teca di San Gennaro a Napoli, stringere le mani degli gnomi di Cernobbio, e uscire in libreria con una biografia: ora il curriculum dell’aspirante premier Luigi Di Maio è perfetto. Ieri, all’indomani della sua discesa in campo per Palazzo Chigi, come ogni ras meridionale che aspiri all’immortalità politica, era in prima fila alla festa del santo patrono; del resto, ci tiene a far sapere, in Di Maio chi? Vita, opere e missione del politico più bersagliato d’Italia, ha frequentato la scuola materna delle suore Orsoline. “Sin dalle elementari Luigi è quel che si dice un alunno modello “, scrive con prosa da fanfara Paolo Picone, l’autore della biografia, edita da Aliberti.

Di Maio bacia la teca con il sangue di San Gennaro

“Viene iscritto alla scuola Mazzini, uno dei migliori istituti della città. E continua il suo brillante percorso di studi anche nei tre anni di medie. Frequenta la classe sperimentale di latino e gli viene affidato forse il suo primo compito di grande responsabilità: addetto al fondo cassa della classe. È in questo periodo della sua vita che Luigi s’imbatte, e anche con una certa soddisfazione, in due letture non proprio per adolescenti: legge la Storia d’Italia di Montanelli e le biografie di Pertini”. A quel punto il lettore penserà che il piccolo Luigi sognasse di fare come minimo l’assessore. Invece il suo sogno nel cassetto era “fare il poliziotto”.

A differenza di quella di Alessandro Di Battista la biografia, uscita in primavera, non è scritta in prima persona, anzi viene veicolata come opera “indipendente”. Ma Picone viene dalla stessa città di Di Maio: Pomigliano d’Arco. Ha frequentato lo stesso liceo: il Vittorio Imbriani. Ha fondato il primo meet up nel 2007, nello stesso anno in cui si arruolò al grillismo anche Di Maio. I due, dicono, sono amici. Com’era Luigi al liceo? “Voti alti, in prima linea su tutto”. Viene riportato il ricordo della professoressa di italiano, Rosa Manna: “Aveva i capelli sempre ben curati, per nulla stravagante nel look. Insomma, è sempre stato un acuto osservatore. Bene nelle materia classiche, con una evidente preferenza per la filosofia. Nelle materie scientifiche, a partire dalla matematica, era invece nella norma”. Ma la vera passione di Luigi – aggiunge Picone – erano i computer: li smontava e li assemblava “.

Al liceo, rappresentante degli studenti di una lista alternativa a quella di sinistra, consegue “la prima vittoria politica”. Vediamo. Va dal preside e gli propone questo patto: “Noi impediremo l’annuale occupazione dell’istituto, in cambio voi insegnanti parteciperete al nostro fianco alle manifestazioni in cui rivendicheremo strutture scolastiche migliori”. Di lì a poco il nuovo Imbriani “sorse dal nulla”. Poi venne l’università, prima ingegneria, e poi legge, un’esperienza “più complicata di quanto immaginasse”. Studente fuoricorso, a 31 anni. Qui scopriamo perché: “Facendo gli esami da vice presidente della Camera potrebbe essere ingiustamente privilegiato rispetto agli altri studenti”. La prima candidatura al consiglio comunale, nel 2010, è un fiasco: 59 voti. Ne bastano 189 alle parlamentarie online del dicembre 2012 per essere messo al secondo posto nella lista M5s in Campania 1: dietro Fico, che raccolse 228 voti. “Per la gioia non dormii per due notti”. Quando arrivò a Montecitorio “il cellulare squillò per 48 ore di fila”. Il racconto ora si fa onirico: “Non risposi. Ero stonato, stanco, confuso. Non ricordo nulla di quei due giorni”. Un mese dopo, 21 marzo 2013, è, a 26 anni, il più giovane vicepresidente della Camera di sempre, anche grazie ai voti del Pd. Perché scelsero lui? Nella sala della Regina, dove si selezionavano i candidati M5s per la carica “dissi semplicemente: Non chiamerò mai più i deputati onorevoli. E fui scelto subito”.

Insomma, un miracolo. “La sua pignoleria è cosa nota – si legge – e quando decide di attaccare non c’è istituzione che abbia timore di prendere di mira, nonostante la sua carica”. Quando Grillo decide di puntare su di lui, (“io imparo sempre da Di Maio, anche quando sta zitto”), Luigi gli scrisse: “O sei uscito pazzo, o sei invecchiato”. “Dicevo sul serio”, rispose Beppe. Come finirà la storia? Lo sapremo nel 2018. Un ragazzo italiano che fa il lavapiatti a Bruxelles lo ha invitato a tenere duro. Risposta: “Se cambiamo questo Paese potrai tornare, se falliamo ti raggiungeremo”.

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