Seduta incolore in attesa della Fed. A Milano giù Unicredit e Atlantia
di Cheo Condina
Seduta fiacca per le Borse europee in attesa del verdetto della Fed di stasera, che non dovrebbe comunque muovere i tassi d’interesse americani. Con Wall Street che naviga attorno alla parità, Milano chiude in ribasso dello 0,31% mentre Madrid paga dazio per le tensioni in Catalogna e cede circa l’1%. A Piazza Affari negative le banche e soprattutto Unicredit (-2,2%) che accelera al ribasso dopo le indiscrezioni su un possibile interesse per Commerzbank (in forte rialzo, invece, a Francoforte). Giù anche Atlantia (-1,6%) con Acs che sembra realmente intenzionato a rilanciare su Abertis attraverso la controllata tedesca Hochtief.
Gli acquisti, invece, premiano il settore cementiero: in primo luogo, sale Cementir (+5,5%) che ha ceduto le attività italiane a Italcementi-Heidelberg, ma guadagna oltre il 6% Buzzi Unicem perchè gli operatori scommettono che il riassetto renderà più efficiente tutto il mercato italiano con una riduzione dell’attuale sovraccapacità. Il rialzo del greggio (Wti +1,9% a 50,43 dollari) spinge Saipem (+1%) ed Eni (+0,8%). Sul mercato valutario l’euro/dollaro torna sotto quota 1,2 a 1,198 mentre l’euro/yen vale 133,64. Il dollaro/yen si attesta a 111,45. «Clima di attesa sui mercati in vista dell’esito della riunione Fed di questa sera, che sarà seguito anche dalla conferenza stampa della Yellen – secondo gli analisti di Mps Capital Services – Molta attenzione sarà dedicata a quanto la celebre nuvola di punti (che descrive le attese del board sulle mosse future sui tassi) sarà abbassata, per misurare a sua volta quanto la Fed si è ammorbidita in un contesto in cui aspettative di inflazione permangono ancora al di sotto del target del 2%, malgrado il basso livello di disoccupazione. Gli operatori danno per scontata (o la etichettano come “non evento”) la decisione eventuale di far partire ad ottobre il piano di riduzione del bilancio, i cui dettagli sono ben noti già da giugno».
Tensione in Catalogna, giù la Borsa di Madrid
Tensione alle stelle in Spagna con l’arresto di 14 importanti esponenti catalani che ha scatenato proteste a Barcellona, a pochi giorni dal referendum indipendentista. Nella mattinata la Guardia Civil ha arrestato Josep Maria Jovè, braccio destro del vice-presidente catalano e altre 13 persone tra funzionari ed esponenti del Governo regionale. Secondo il Governo di Madrid sono i principali organizzatori del referendum secessionista previsto il 1 ottobre, che e’ ritenuto illegale dalle istituzionali nazionali spagnole. Sono in corso anche perquisizioni negli uffici dell’esecutivo di Barcellona. Il premier Mariano Rajoy ha spiegato che
«logicamente lo Stato deve reagire’ e ‘sta facendo il suo dovere» davanti alla sfida indipendentista della Catalogna, che «non rispetta la legge». Migliaia di persone sono scese in piazza a Barcellona per protestare contro il blitz della
Guardia Civil. Il presidente catalano Carles Puigdemont ha convocato una riunione d’urgenza del Governo locale e ha confermato che il primo ottobre si terrà il referendum. La sindaca di Barcellona Ada Colau ha definito gli arresti «uno scandalo democratico». I fatti hanno avuto ripercussioni anche sulla Borsa di Madrid che ha chiuso in ribasso dell’1%.
Unicredit in rosso su ipotesi interesse per Commerzbank
Unicredit accelera al ribasso nel pomeriggio e chiude in rosso dopo le
indiscrezioni, riportate da Reuters, su un possibile interesse a rilevare la tedesca Commerzbank, che invece brilla a Francoforte con un rialzo del 3,2%. L’istituto
italiano avrebbe espresso il proprio interesse al Governo tedesco, attuale azionista di controllo della banca, che si concretizzerebbe in un’operazione carta contro carta da effettuarsi soltanto una volta concluso il turnaround oggi in
corso in Piazza Gae Aulenti, cioe’ circa tra due anni.
Un portavoce di UniCredit ha sottolineato che la banca «non commenta rumors e speculazioni di mercato». Più volte, i vertici della banca hanno ricordato che l’attuale piano Transform 2019 su cui tutta Unicredit e’ impegnata prevede un
percorso pienamente organico senza acquisizioni o vendite (al di la’ di quelle gia’ fatte).
Dal conto suo, sempre oggi, un portavoce del ministero delle Finanze tedesco aveva precisato: «Abbiamo sempre detto che lo Stato non manterrà la sua partecipazione in eterno e che vuole realizzare un buon risultato economico per i contribuenti». Lo Stato tedesco possiede il 15,6% di Commerzbank, BlackRock e Cerberus una quota superiore al 5%, il 50% è in mano a investitori istituzionali, il 25% a privati di cui la maggioranza tedeschi.
Cementir vende asset Italia e accende il settore in Borsa
A Milano,è stato il comparto dei cementieri ad essere vivace grazie alla cessione degli asset italiani di Cementir al gruppo Heidelberg-Italcementi: volano i titoli Cementir Holding ma anche quelli di Buzzi Unicem, promossa a «acquistare» da Equita, che per i broker potrebbe beneficiare del nuovo scenario competitivo in Italia. Si tratta infatti di una operazione che, oltre ad avere ovvi effetti su Cementir Holding, cambierà l’assetto del mercato del cemento in Italia (i primi tre operatori Heidelberg, Buzzi e Colacem avrebbero complessivamente il 75% del mercato) e potrebbe contribuire a ridurre il problema dell’eccesso di capacità produttiva in Italia.
«La notizia della cessione degli asset italiani di Cementir a Italcementi potrebbe essere una buona notizia per il settore del cemento in Italia – spiega Matteo Radaelli di Hammer Partners – perchè riducendo il numero di operatori sul mercato sarebbe più facile affrontare il problema della capacità produttiva in eccesso. Nel 2007 il settore operava a piena capacità produttiva e produceva 49 milioni di tonnellate all’anno, scese nel 2015 a 21 milioni: la capacità si è ridotta, ma non a tal punto da permettere alle società di essere produttive».
Poco mossi i titoli Mediobanca e Generali sull’indiscrezione riportata da Il Sole 24 Ore di un piano per trasferire la quota del 13% di Trieste detenuta dalla banca in una subholding aperta anche ad altri soci. Le case di investimento riconoscono che il riassetto potrebbe liberare capitale a disposizione di Mediobanca, ma allo stesso tempo sottolineano che sarebbe difficile trovare partner finanziari disponibili a entrare in un veicolo non quotato e controllato da Piazzetta Cuccia.
A Francoforte sale Thyssen: alleanza con Tata nell’acciaio europeo
Ancora brillante Fiat Chrysler nonostante il richiamo di quasi 500mila pick up Ram negli Stati Uniti a causa di pompe dell’acqua difettose nei veicoli. A Francoforte, balzo di Thyssenkrupp che ha siglato un accordo con il gruppo indiano Tata per una joint venture paritetica sulle attività europee. Le due società hanno annunciato di aver siglato un memorandum per fondere le loro attività dell’acciaio in Europa, una mossa destinata a creare il secondo produttore più grande della regione dopo ArcelorMittal. Il memorandum d’intesa prevede una joint venture paritetica (al 50%) che dovrebbe essere finalizzata nel 2018 e prevede sinergie annuali tra i 400 e i 600 milioni di euro. Previsto il taglio di 4mila posti di lavoro.
(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus)