Gramellini-Di Maio, piovono insulti. La penna del Corriere lo umilia, lui si vendica così

Gramellini-Di Maio, piovono insulti. La penna del Corriere lo umilia, lui si vendica così

L’operazione San Gennaro di Massimo Gramellini non è piaciuta affatto al diretto interessato Luigi Di Maio. La querelle tra l’editorialista del Corriere della Sera e il candidato premier del M5s è cominciata da un corsivo in cui Gramellini scriveva: “Osservata dalla prospettiva di un grillino laico, l’immagine di Di Maio, candidato premier per mancanza di prove, che bacia la teca con il sangue liquefatto di San Gennaro giustifica una richiesta di asilo politico all’altro mondo, dove nessuno avrà ancora avuto il coraggio di dirlo a Dario Fo.

Osservata invece dalla prospettiva di San Gennaro, la visione di un politico prono davanti alla sua ampolla è il classico déjà-vu: da Gava a de Magistris, passando per Bassolino, tante sono le labbra di masanielli devoti che attraverso di lui hanno cercato di ingraziarsi il cardinalone e il popolino”.

Ma Di Maio non ci sta e dalla sua pagina Facebook ribatte: “Il disprezzo per la festa di San Gennaro da parte di un intellettuale come Gramellini è il segno evidente dello scollamento tra chi fa informazione e la gente comune. Per Gramellini la festa di San Gennaro è solo un momento per radunare i baciapile e quello che lui chiama il popolino” e “disprezzare queste feste è disprezzare l’Italia. Io le amo, le rispetto e sono veramente felice di essere stato invitato a partecipare ieri alla festa di San Gennaro e accetterò volentieri inviti, se arriveranno, da ogni campanile d’Italia. Con buona pace di Gramellini”.

LIBERO.IT

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