I Rolling Stones incantano Lucca, 56mila fan in delirio
Tra sbuffi di fumo e lampi rosso fuoco, Lucca ha ospitato il concerto evento: i Rolling Stones, dopo il Circo Massimo a Roma nel 2014, si sono presi le mura storiche della cittadina toscana per l’unica data italiana del No Filter Tour, partito da Amburgo il 9 settembre. In 56mila hanno risposto all’appello del quartetto di ultrasettantenni che non smettono mai di stupire per la potenza di un rock che non ha età.
“Ciao Lucca, ciao Toscana, ciao Italia. Come state tutti? Questa è la prima volta che suoniamo in Toscana”, dice Mick Jagger, entrando in scena per primo in luccicante giacca di lamè dorato e camicia viola, e in un italiano quasi perfetto, dopo aver infiammato la folla con Sympathy for the Devil e It’s Only Rock ‘n’Roll. E Mick durante tutto il concerto si divertirà ad esercitarsi con l’italiano raccontando anche di aver “passato una bellissima giornata a Firenze. Ho incontrato Theresa May e abbiamo mangiato un gelato sul Ponte Vecchio”.
“Siete ganzissimi”, incalza ancora il pubblico, mostrando poi una certa dimestichezza anche con le parolacce. L’omaggio all’Italia arriva anche con l’inaspettata “Le mie lacrime”, versione italiana di As tears go by del 1965, cantata una sola volta a Milano nel 2006. Gli Stones si concedono anche una parentesi blues con Just your fool e Ride ‘Em on Down, dall’ultimo album di cover del 2016 Blue and lonesome.
Per il resto la scaletta imbastisce un concerto in perfetto stile Rolling Stones, con poche sorprese (un brano, come piace alla band fare già da un po’, viene scelto dai fan: a Lucca è toccato a Let’s spend the night together): le hit di sempre ci sono tutte, ovviamente. E infiammano. Honky Tonk Women, Start Me Up, Miss You, Brown Sugar, Tumbling Dice. Gimme Shelter, inserito tra i bis insieme a Jumpin’ Jack Flash.
La folla impazzisce sui giri di riff inconfondibili, sulle schitarrate potenti, sulla potenza di un rock che non ha età, che va oltre le generazioni. Tre, quattro, cinque decenni hanno attraversato i quattro veri highlander della musica (Ron Wood è il più giovane con i suoi 70 anni, Charlie Watts il più vecchio a quota 76, Jagger e Richards ne hanno 74). Che forse hanno rallentato, senza che nessuno se ne sia davvero accorto. Certo non durante (I Can’t get no) Satisfaction, culmine del rito profano collettivo.
I 56mila vanno via felici tra i fuochi d’artificio (qualche malcontento tra chi, nonostante un biglietto da 150 euro, è riuscito a vedere poco o niente dalle aree laterali lontane dal palco. Alcuni si sono arrampicati pericolosamente sulle strutture metalliche provvisorie), con una serata entrata nella storia e che chiude anche la ventesima edizione del Summer Festival di Lucca.
TGCOM