Renzi al lavoro su un progetto per creare un’altra “gamba” di sinistra

carlo bertini
roma

Il tam tam è partito direttamente su input del segretario l’altra sera: e ieri mattina ha avuto il suo megafono nella voce del presidente Pd, Matteo Orfini. Il no a primarie contro Pisapia o altri del suo campo si traduce in un «non capisco come un leader che dice che il Pd ha sbagliato tutto e chiede discontinuità, un leader che ha subito detto che non andava bene una legge elettorale che prevede le coalizioni, chieda le primarie. Non capisco su quale base programmatica comune potremmo svolgere quelle primarie». Così Orfini chiude la porta alla richiesta rilanciata ieri da Pisapia dopo che Bersani ne aveva parlato a La Stampa.

 Dunque un no secco ad una richiesta considerata da Renzi «improponibile, perché prima faccia le primarie tra i suoi e poi se ne parla», è il succo dei conversari di Renzi. «Intanto votino un sistema che le prevede e dopo ci occuperemo anche di come gestire la coalizione», è la precondizione che pone Ettore Rosato. «A me pare che loro vogliano un sistema proporzionale, diano invece un primo segno di coerenza». Il nodo è cruciale e agita gli animi, vista la risposta che arriva dal portavoce di Pisapia: «C’è una grande richiesta di cambiamento che viene dal Paese. Le primarie servirebbero ad accompagnare tale volontà di cambiamento nel centrosinistra, forse per questo spaventano tanto».

 

Ma se il segretario Pd nel suo discorso di ieri sferza Bersani e compagni, non pronuncia la parola «alleanze», ciò non vuol dire che non stia pensando ad una exit strategy per le politiche: «Dove con qualunque sistema elettorale il Pd avrà una gamba destra e una sinistra», sintetizzano al Nazareno. Sia se si voterà col “consultellum” che col “rosatellum”, due sponde alleate a destra e sinistra del Pd ci saranno comunque. Nel secondo caso, sarebbe un obbligo per la necessità di vincere le sfide nei collegi dove conta un voto in più dei concorrenti.

 

Bisognerà vedere però come saranno composte queste due gambe. Quella centrista per il Pd potrebbe far perno sul movimento Forza Europa di Calenda, Bonino e Della Vedova. E su Alfano con un suo contenitore, insieme ad altri soggetti dell’area moderata che sostiene l’attuale governo; mentre quella di sinistra, se non fosse interpretata da Pisapia, potrebbe configurarsi in altro modo. Come? I ragionamenti in merito nel «giglio magico» sono ancora a livello embrionale, ma si pensa ad un raggruppamento di varie esperienze civiche in giro per l’Italia e di quelle messe in campo dai sindaci di sinistra: i dirigenti Pd citano da una parte l’alleanza che ha prodotto la vittoria di Orlando a Palermo e la lista in Sicilia pro Micari che nasce come coalizione larga. Così come alcune personalità nate a fianco di Pisapia, ma che hanno preso una posizione più netta a favore del Pd, come il sindaco di Cagliari Zedda o quello di Lecce Carlo Salvemini. Insomma, è partita la competition per provare ad attirare verso il Pd energie che gravitano nel Campo Progressista.

LA STAMPA

 

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