Elezioni Germania, Gauland e l’ascesa dell’AfD: «Chi ci paragona ai nazisti non sa cosa sia il nazismo»

Alexander Gauland con Beatrix von Storch (Epa) Alexander Gauland con Beatrix von Storch (Epa)

Berlino – Arriva da solo in Alexanderstrasse poco dopo le cinque, uno dei primi tra gli esponenti di punta del partito, Alexander Gauland, 76 anni, capolista di Alternative für Deutschland insieme ad Alice Weidel. L’immancabile giacca di tweed, Gauland, ex politico della Cdu ora considerato il rappresentante della corrente più dura ed estremista di AfD (poco prima delle elezioni hanno destato scalpore le sue dichiarazioni sul «diritto ad essere fieri dei soldati tedeschi nelle due guerre mondiali»), si ferma a parlare con i giornalisti prima di entrare nel portone anonimo del palazzone in cui il partito festeggia i risultati delle elezioni. «Considero un successo – commenta prima che siano noti i risultati definitivi, ma con le proiezioni che già stimano AfD oltre il 13% – il fatto di sedere ben saldi in Parlamento».

Che tipo di politica farete Herr Gauland?
«Una politica di opposizione».

Più precisamente?
«Dipende da che tipo di governo formerà Angela Merkel. Non ha nessun senso formulare una politica di opposizione in astratto, è per definizione la reazione alle scelte del governo».

Perché secondo lei siete diventati così forti?
«Ne potremmo parlare molto a lungo! Perché i partiti non percepiscono più i sentimenti delle persone della strada. Perché, tutti insieme, hanno fatto una politica che molte persone non vogliono più. Non vogliono che il Paese si trasformi al punto da avere un’invasione di massa di stranieri, non vogliono una politica monetaria dei tassi a zero che duri per anni. E adesso queste persone si sono difese con il voto».

Cosa risponde a chi dice che adesso la destra estrema, addirittura «i nazisti» sono entrati in Parlamento?
«A questa gente dico che non ha la minima idea di che cosa siano i nazisti. Io i nazisti li ho visti davvero da bambino. Ho visto con i miei occhi come i miei genitori avevano paura perché mio padre era amico di un ufficiale del 20 luglio (Gauland si riferisce al tentativo fallito, da parte di alcuni politici e ufficiali dell’esercito tedesco, di uccidere Adolf Hitler il 20 luglio 1944, ndr ). Ero molto piccolo, ma l’ho vissuto di persona. Quando si parla di nazismo si parla di campi di concentramento, di uccisioni degli ebrei, della Gestapo, è assolutamente ridicolo presentare un partito che vuole semplicemente fare un politica diversa come nazista», aggiunge prima di allontanarsi.

Poco dopo, di fronte ai sostenitori, a urne chiuse, con i primi dati che confermano il successo di AfD Alexander Gauland usa parole ancora più forti: «Ora che siamo il terzo partito della Germania, questo governo che nascerà, qualunque forma abbia, dovrà vestirsi pesante. Gli daremo la caccia. Daremo la caccia a Frau Merkel, e ci riprenderemo il nostro Paese».

CORRIERE.IT

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