Voto tedesco consiglia prudenza, Milano chiude in rosso a -0,6%

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E’ stata improntata alla cautela la reazione delle principali piazze europee al risultato delle elezioni politiche tedesche, che hanno visto la vittoria del partito della cancelliera Angela Merkel ma anche l’affermazione del partito di destra Adv e il tracollo dei socialdemocratici che ora intendono lasciare la coalizione di governo. Lo scenario apre interrogativi su quello che potrà essere il ruolo futuro della Germania nello scacchiere europeo sebbene oggi la cancelliera si sia affrettata a rassicurare gli osservatori internazionali dicendo che le posizioni di governo, ad esempio in tema di migranti, rimarranno le medesime e che in futuro occorrerà più Europa anziché meno. Un messaggio simile di prudenza è venuta dalle parole del presidente della BceMario Draghi che nella sua audizione presso la Commissione affari economici e monetari del Parlamento europeo ha confermato l’analisi del quadro economico già fornita in occasione dell’ultimo consiglio direttivo dell’Eutotower: dopo 17 trimestri consecutivi, l’economia europea appare avviata a rafforzarsi ulteriormente ma resta cruciale che questo rafforzamento porti a dinamiche di inflazione più accentuate. Confermata anche l’intenzione di decidere “più avanti quest’anno” sulla ricalibrazione degli strumenti di politica monetaria in atto alla luce del miglioramento delle prospettive economiche. Al termine degli scambi Francoforte ha preso lo 0,02% mentre Parigi ha ceduto lo 0,27% e Londra lo 0,09%. Più sensibili le perdite di Milano dove il Ftse Mib ha ceduto lo 0,63% pagando la debolezza dei titoli bancari e il scivolone del 3,91% accusato da St Microelectronics.

Wall Street resta in calo, forti vendite su settore hi-tech

Rimane in ribasso dopo un avvio difficile anche Wall Street dove gli investitori digeriscono le notizie in arrivo dalla Germania e dal Giappone dove il premier Shinzo Abe ha indetto elezioni per il mese prossimo. In Usa, i repubblicani hanno modificato una proposta di legge pensata per abrogare e sostituire l’Obamacare in modo tale da convincere i membri del partito piu’ scettici a votare in favore della riforma sanitaria. Sul fronte dei tassi, il presidente della Federal Reserve di New York William Dudley ha detto di aspettarsi un rialzo graduale del costo del denaro. Intanto è soprattutto il settore hi-tech a far registrare sensibili ribassi e il Nasdaq è in ribasso di circa l’1%.

Bce: acquisti bond in lieve aumento a 14,159 mld in ultima settimana
Gli acquisti di titoli da parte della Banca centrale europea in
ambito Qe sono saliti lievemente a 14,159 miliardi di euro nel corso della settimana al 22 settembre da 14,147 mld la settimana precedente. Nel dettaglio, gli acquisti di titoli pubblici sono aumentati a 11,940 miliardi (da 11,007 mld), mentre quelli di titoli societari sono diminuiti a 1,765 miliardi (2,116 mld). Per quanto riguarda i covered bond, gli acquisti settimanali sono scesi a 0,784 miliardi di euro (1,027 mld) mentre quelli di titoli garantiti da attività Abs si sono attestati a -0,330 miliardi da -0,003 mld sette giorni prima.

Piatta Telecom: slitta a domani comitato su golden power
Telecom Italia ha terminato in ribasso dello 0,38% sulla notizia che la riunione del comitato governativo, che deve decidere se procedere a valutare l’esercizio del golden power nei confronti di Vivendi, è slittata a domani. Il ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, in una intervista ha comunque sottolineato: «La valutazione spetta al comitato competente. Tuttavia io credo che ci siano gli estremi. L’Italia vuole che un investitore che viene da noi, ed è benvenuto, rispetti le regole. Nel caso di Vivendi-Tim era previsto l’obbligo di notifica e Vivendi non l’ha fatto. Noi non siamo un Paese aperto a scorrerie o che possa essere trattato con leggerezza». Vivendi, secondo Calenda, avrebbe dovuto notificare la sua posizione di controllo di fatto in Telecom al Governo. Secondo le indiscrezioni di stampa, i lavori del comitato potrebbero portare alla sanzione per Vivendi per mancata notifica ma non dovrebbero esserci atteggiamenti rigidi circa un riassetto delle attività in pancia a Telecom considerate strategiche come Sparkle e la rete fissa.

Bene Mediaset, sottotono il settore bancario
Seduta positiva per Mediaset che è salita dello 0,82% riavvicinandosi a quota 3 euro (ha chiuso a 2,93 euro) alla vigilia della semestrale: gli analisti si aspettano che i conti del periodo gennaio-giugno mostrino un lieve calo dei ricavi rispetto a un anno fa, ma anche un netto miglioramento del risultato operativo. Sottotono invece il settore bancario: giù Banca Pop Er (-2,22%) mentre riprendono le indiscrezioni sulla possibilità di rilevare Unipol Banca una volta che il gruppo assicurativo bolognese avrà completato il riassetto in corso, in calo anche Ubi Banca (-1,38%) , Unicredit (-1,40%) e Banco Bpm (-2,40%).

Brilla Fincantieri su commessa per nave Cunard

Fincantieri ha terminato in rialzo del 3,50% dopo aver annunciato un memorandum di intesa con la compagnia di navigazione britannica Cunard per la costruzione di una nave entro il 2022. Il titolo ha beneficiato anche della fiducia sulla possibilità che nel vertice Italia-Francia di mercoledì si trovi l’accordo per gli assetti societari e di governo dei cantieri francesi Stx: la soluzione potrebbe coinvolgere anche il settore della difesa dove Leonardo – Finmeccanica ha terminato in rialzo dello 0,46%.

Bene Saipem e Falck Renewables

Nel settore energetico, balzo sul finale per Saipem che ha guadagnato il 5,28% proseguendo il trend al rialzo iniziato a fine agosto sulla notizia del negoziato in esclusiva con Eiffage per la cessione delle attività marittime. Bene anche Falck Renewables che ha guadagnato il 2,07% dopo che la sua controllata Falck Renewables IS42 LLC ha siglato un accordo con Canadian Solar per l’acquisizione del 99% delle quote del progetto fotovoltaico Canadian Solar IS-42 per una capacità complessiva di 92MW, situato in North Carolina. Il prezzo stabilito è di circa 42,8 milioni di dollari soggetti ad un adeguamento al closing.

L’euro chiude sotto quota 1,19 dollari. Petrolio al palo

L‘euro è arretrato sotto quota 1,19 sul biglietto verde Usa e ha terminato a 1,1849 dagli 1,1947 di venerdì. Invariati i prezzi del petrolio dopo una prima parte di mattinata debole: l’incontro tra Paesi Opec e altri produttori, riunitisi venerdì a Vienna, si è concluso senza accordi concreti pur avendo preparato il terreno per un possibile prolungamento dei patti sulla produzione oltre la scadenza di marzo: il Wti novembre in chiusura di contrattazioni scambiava a 50,69 dollari il barile, invariato rispetto a venerdi.

In lieve allargamento gli spread dei Paesi periferici
I bond dei Paesi periferici dell’Eurozona (segui qui l’andamento dei principali) hanno perso qualche posizione dopo l’esito delle elezioni tedesche. Il responso delle urne ha prodotto nelle prima fase delle contrattazioni un rafforzamento del Bund tedesco a scapito dei bond emessi da Italia, Spagna e Portogallo sui timori che le posizioni della Germania in materia di conti pubblici, integrazione monetaria e fiscale possano subire un irrigidimento, legato alla composizione della nuova coalizione politica che sara’ chiamata s sostenere il Governo della Merkel. Mel caso del BTp decennale italiano, lo spread con il Bund tedesco è salito a 176,50 punti (+3,46%) mentre il differenziale con i Bonos spagnoli è crescuto del 5,09% a quota 121,80 punti. In salita infine del 5,66% lo spread rispetto ai titoli a 10 anni del Portogallo a quota 207,20 punti.

(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus)

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