Statisti e tronisti

Mattia Feltri

Della legge sullo Ius soli si sono capite due cose. Prima, chi è contrario è molto contrario anche perché gli italiani sono contrari. Seconda, chi è favorevole è anche un po’ sfavorevole perché gli italiani sono sfavorevoli. Dunque: sarebbe una legge deplorata dagli elettori… la gente non capirebbe… adesso no vediamo più avanti… e così via. Tocca però ricordare un concetto forse fuori dalla portata di questi tempi farfalloni, ma abbastanza basilare in democrazia: una legge andrebbe votata se la si ritiene necessaria, e non votata se la si ritiene dannosa, al Paese però, non al consenso, e senza curarsi di che pensino gli italiani. Poi gli italiani decidono alle elezioni, e chiusa lì.

 Nel 1981, François Mitterrand si candidò alle Presidenziali promettendo l’abolizione della pena di morte e nonostante sessantadue francesi su cento fossero sostenitori del patibolo. Mitterrand tirò dritto, vinse, rimase all’Eliseo quattordici anni e oggi la maggioranza dei francesi la pensa come lui nell’81. Certo, si sta parlando dell’altro millennio, ma sono cose che succedono anche in questo. Ieri Angela Merkel ha ammesso che un milione di voti sono passati dal suo partito a AfD, il movimento di destra molto ostile agli immigrati. Ha detto che cercherà di recuperarli facendo un buon lavoro. E lì le hanno chiesto se intenda correggere la politica sull’immigrazione. «No, non torno indietro. La politica rimane quella, proverò a ottimizzarla». Sembrerà strano, ma fra un’idea e una poltrona, lo statista sceglie l’idea.
LA STAMPA
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