Dieci sinistre per me possono bastare

ALESSANDRO GILIOLI

Prendetelo come un gioco. Ma questo è quello che ho capito di quello che sta succedendo nella “politique politicienne” della sinistra, di cui ultimamente mi sono occupato poco sul blog ma che ho continuato silenziosamente a seguire, per quanto riesco. Il post è in ordine alfabetico, per personaggi. Ovvio che posso sbagliare. Ovvio che mi possono far velo simpatie o antipatie personali, in ogni caso chiedo a tutti di non offendersi. Correzioni, rettifiche critiche etc ben accette nei commenti.


Acerbo, Maurizio,
51 anni, dall’aprile scorso segretario di Rifondazione comunista dopo il lungo regno di Paolo Ferrero. Non vuole una lista insieme a Mdp né tanto meno con Pisapia, che definisce «una versione bonsai del vecchio centrosinistra». Sarebbe più disponibile a una lista unitaria solo con quelli di Sinistra Italiana e con il gruppo civico-movimentista nato all’assemblea del Brancaccio (Alleanza popolare per la democrazia e l’eguaglianza, insomma l’area cosiddetta Montanari-Falcone).

Bersani, Pierluigi, 66 anni. L’ex segretario del Pd ha proclamato Pisapia leader della nuova lista che dovrebbe nascere a sinistra del Pd, poi però lo ha criticato per le sue ambiguità sul renzismo e sul rapporto con il Pd. Cerca ancora di tenere insieme Articolo 1-Mdp (il suo attuale partito) e Campo progressista di Pisapia, ma i rumor dicono che adesso guardi con più interesse verso una possibile leadership di Pietro Grasso (vedi). Non esclude affatto di candidarsi in Parlamento «ma solo se i più giovani dicono che c’è ancora bisogno di me».

Civati Pippo, 42 anni, fondatore e segretario di Possibile. È stato il primo a dire che ci vuole una lista unica in cui ci siano tutti quelli di sinistra che non stanno con Renzi: quindi Mdp, Sinistra Italiana, Campo Progressista, gruppo del Brancaccio etc, oltre naturalmente a Possibile. A Mdp, che sostiene ancora il governo Gentiloni, dice però che deve sganciarsi da questi ultimi anni con delle scelte nette. Sul suo blog, nei suoi libri (ultimo: “Giorni migliori. Manifesto per cambiare l’Italia”) sforna idee e proposte per non parlare solo di formule politiche. A metà settembre ha lanciato un Manifesto di idee da mettere a disposizione della futura lista.

D’Alema Massimo, 68 anni. Si propone come il vero regista di tutta l’operazione “listone a sinistra di Renzi”, considerando gli altri incapaci di fare politica. Frenato dal fatto che mentre lui vorrebbe vedere Renzi esule all’estero, Pisapia e i suoi continuano a considerare ineludibile un rapporto col Pd renziano. Questa volta non si può dire che lavori solo dietro le quinte: interviste, talk show, presenze a tutte le feste Mdp e non solo. Non nasconde che “sarebbe disponibile” a tornare in Parlamento dopo essere stato fermo un giro.

Falcone Anna, 45 anni, avvocatessa emersa durante la campagna per il No al referendum Boschi. Con Montanari, animatrice dell’assemblea civica e movimentista del Brancaccio. Dialoga con tutti – specie Mdp – ma è molto scettica sulla possibilità di una lista che comprenda anche Pisapia, che al referendum era per il Sì e che Falcone considera troppo vicino al renzismo. Per questo, come Tomaso Montanari (vedi), non è andata alla presentazione romana di Insieme-Campo progressista. Non nasconde l’intenzione di fare politica in prima persona.

Fratoianni Nicola, 45 anni, segretario di Sinistra Italiana (ex Sel di Vendola). In queste settimane cerca disperatamente di parlare d’altro (e soprattutto di eguaglianza) che non di alleanze, conscio che il tema allontana gli elettori potenziali. Altrettanto disperatamente cerca di evitare che a sinistra del Pd ci siano due liste contrapposte e quindi, come Civati, punta a una “cosa” unitaria che vada da Pisapia a tutta la sinistra. Teme però che alla fine Pisapia verrà risucchiato dall’area Pd e che quindi bisognerà lavorare con chi ci sta. Non ha ambizioni personali per quanto riguarda la leadership dell’eventuale lista o listone.

Grasso Piero, 72 anni, ex magistrato, presidente del Senato, eletto nelle liste del Pd. Molto attivo nelle ultime settimane: è stato a parlare sia alla festa nazionale di Sinistra Italiana a Reggio Emilia, sia a quella di Mdp a Napoli, sia a quella del Pd a Imola – dove però ha polemizzato con Orfini. Fu tra i primi a criticare la riforma Boschi sul Senato e per questo Serracchiani lo invitò a rimettersi in riga. Invece lui ha sempre parlato liberamente anche delle decisioni sbagliate del Pd (ad es. rimandare lo Ius Soli e il biotestamento). «Sono sempre un ragazzo di sinistra», dice ora di se e non esclude di partecipare a un eventuale “progetto visionario”. Mdp sogna di averlo con sé ma lui – seconda carica dello Stato – probabilmente guarda oltre i confini dei singoli partitini, con ambizioni di leadership.

Montanari Tomaso, 46 anni, storico dell’arte, docente universitario a Napoli. Sempre a cavallo tra la cultura e la politica, ha rifiutato di far parte della giunta Raggi, poi ha scritto un pamphlet per il No al referendum Boschi, da qualche mese è presidente di Libertà e Giustizia. Con Anna Falcone, è stato promotore dell’assemblea civica e movimentista del Brancaccio. Munito di solida coerenza etica politica, è per questo considerato un intransigente. Partecipa a molte assemblee pubbliche e interviene sui giornali, ma non ha ambizioni personali e non vuole neppure candidarsi in Parlamento.

Pisapia Giuliano, 67 anni, ex parlamentare indipendente con Rifondazione comunista, ex sindaco di Milano, punta a un nuovo centrosinistra (lui lo chiama sinistracentro) che sia l’edizione contemporanea dell’Ulivo, e non a una lista che sia semplicemente “a sinistra di Renzi”. Per questo con lui ci sono anche ex dc (come Bruno Tabacci) o super prodiani come Franco Monaco. Nega risolutamente di voler fare la stampella di Renzi e punta a raccogliere esponenti di tutto il centrosinistra (compresi esponenti che sono ancora nel Pd) per una lista che non sia una riedizione dei vari tentativi della sinistra radicale (Sinistra Arcobaleno, Rivoluzione civile, Lista Tsipras etc). Anche per questo non è voluto andare all’assemblea del Brancaccio.

Smeriglio Massimiliano, 51 anni, ex Rifondazione comunista ed ex Sel, nome poco noto fuori dal Lazio, va tuttavia citato in quanto leader dell’area più istituzionale/governista di Mdp: vicepresidente della regione Lazio dal 2013 (insomma, numero due di Zingaretti) non solo teorizza ma anche pratica l’alleanza con il Pd ed è tra quelli che più spingono in quella direzione.

Mi scuso per tutti i protagonisti mancanti: tipo Damiano Coletta, Alfredo D’Attore, Stefano Fassina, Claudio Fava (in bocca al lupo), Ciccio Ferrara, Marco Furfaro, lo stesso De Magistris, Miguel Gotor, Gad Lerner, Luigi Manconi, Leoluca Orlando, Roberto Speranza, Enrico Rossi, Massimo Zedda e sicuramente tanti altri. Ma se citavo tutti veniva l’elenco del telefono e poi – dai – dieci sinistre possono bastare.

L’ESPRESSO

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