Piazza Affari chiude il miglior mese del 2017. Giù Telecom su golden power
di C. Di Cristofaro e A.Fontana
Trainati da assicurativi, auto e media, i listini europei chiudono in rialzo l’ultima seduta di settembre, che si conferma il miglior mese del 2017 sul mercato azionario (+5% l’Eurostoxx600), confermando l’ottimo momento dei mercati azionari in scia a Wall Street e alla prospettiva di una accelerazione della crescita in Europa.
Piazza Affari è salita dello 0,48% toccando i nuovi massimi da fine novembre 2015 e mostrando un saldo positivo nel mese di circa il 4% e di oltre il 7% nel terzo trimestre. Banca Generali è stata la migliore del Ftse Mib oggi (+3,1%), ma l’attenzione è stata catturata dal nuovo record in chiusura di Fiat Chrysler (+2% a 15,16 euro) e dalla corsa di Generali (+1,5%) premiata da una raccomandazione positiva degli analisti di SocGen e dalla buona giornata degli assicurativi. Realizzi su Campari e Ferragamo, mentre Recordati (-1%) ha scontato una debole seduta dei farmaceutici con il tonfo di Merck (-3,3%) che ha deciso di sospendere lo sviluppo di un trattamento terapeutico utilizzato nella cura dell’epatite. Giù Telecom Italia (-0,7%) dopo che il comitato governativo ha avviato l’iter per sanzionare l’azienda per la mancata notifica della modifica della posizione di controllo da parte di Vivendi.
Wall Street: per S&P 500 il settembre meno volatile da 66 anni
Gli indici a Wall Street si apprestano a chiudere il primo settembre in rialzo dal 2013. Storicamente quello che sta per finire è il mese peggiore dell’anno per l’azionario, con l’S&P 500 che in media ha perso in esso lo 0,5% dal 1950. Questa volta invece l’indice è in aumento dell’1,6%, una performance che dimostra come una serie di eventi preoccupanti siano stati ignorati negli ultimi 29 giorni. E infatti, per l’S&P 500 settembre è stato il mese meno volatile da 66 anni. Come calcola il Wall Street Journal, la variazione tra la chiusura massima dell’indice e quella minima nel mese è stata solo del 2,1%, minimo dal 1951. Eppure non sono mancati motivi di una volatilità crescente, a cominciare da un rinnovato duello a parole tra Usa e Corea del Nord e un altro tentativo fallito dei repubblicani di abrogare l’Obamacare. Inoltre la Casa Bianca e il Congresso hanno posticipato a dicembre la scadenza della sospensione del tetto al debito e dei livelli attuali della spesa pubblica Usa (rimandando lo spettro di un default e di uno shutdown) mentre la Federal Reserve ha segnalato un altro rialzo dei tassi entro fine anno sorprendendo chi si aspettava il contrario di fronte a un’inflazione che stenta a crescere. In tutto ciò il Vix, l’indice della volatilità, è sceso sotto quota 10 da oltre 15 di agosto. Il DJIA e l’S&P 500 procedono verso l’ottavo trimestre di fila di guadagni, la serie più lunga dal 1997. Negli ultimi tre mesi l’indice delle 30 blue chip è aumentato del 4,8%, quello benchmark ha aggiunto il 3,6% e il Nasdaq Composite ha guadagnato il 5,1%. Il rally dell’azionario potrebbe continuare a cavalcare una crescita in ripresa (specialmente se la riforma fiscale promessa da Donald Trump verra’ approvata al Congresso) e utili societari incoraggianti. Ma c’è chi suona una campanella di allarme: Stephen Roach, ex capoeconomista di Morgan Stanley, sostiene che una «correzione sia dovuto da tempo».
Euro-dollaro a 1,18, biglietto verde verso primo mese di rialzo dopo sei
L’euro/dollaro è oscillato sempre intorno a quota 1,18 (chiudendo a 1,1813) dopo l’inflazione europea nelle attese e l’andamento dei prezzi Usa sotto il target Fed come emerso dai dati su consumi e redditi. L’indice del dollaro si appresta a chiudere il primo mese in rialzo dopo sei in calo. Il WSJ Dollar Index, che traccia l’andamento del biglietto verde contro un basket di 16 divise, è in rialzo di circa lo 0,8% a settembre. Recentemente la divisa statunitense si è rafforzata con gli investitori più convinti che la Federal Reserve alzerà i tassi entro la fine dell’anno nonostante un’inflazione debole; inoltre la riforma fiscale proposta dai repubblicani dovrebbe dare una spinta all’economia Usa. A dare una ulteriore spinta al biglietto verde sono state indiscrezioni del Wall Street Journal, secondo cui il presidente americano Donald Trump ha incontrato Kevin Warsh per valutare una sua candidatura per il ruolo di governatore della Federal Reserve; il repubblicano è visto come più falco della colomba scelta da Barack Obama per guidare la banca centrale Usa: Janet Yellen, il cui mandato scadrà il prossimo febbraio.
Inflazione Usa sale ma sotto il target Fed
La misura preferita dalla Federal Reserve per calcolare l’inflazione, il dato Pce (personal consumption expenditures price index), è cresciuta dello 0,2% in agosto su base mensile, mentre su base annuale, ovvero rispetto ad agosto 2016, è salita dell’1,4%, in linea con il mese precedente, ma al di sotto del 2% considerato ottimale dalla Federal Reserve. Ad agosto gli americani hanno continuato a spendere, i consumi sono aumentati, ma a un passo molto debole, cosa che suggerisce che l’inflazione continua a crescere in modo modesto. Il dato, che mostra comunque una crescita costante, potrà dare sostegno all’economia nei prossimi mesi. I redditi personali sono saliti in linea con le stime. Secondo quanto riportato dal dipartimento del Commercio, le spese per consumi sono salite dello 0,1%, in linea con le aspettative. In luglio il dato era aumentato dello 0,3% (invariato dalla prima stima). I redditi personali sono cresciuti dello 0,2% anche in questo caso come previsto, dopo il +0,4% di luglio (invariato dalla prima stima).
Frena l’inflazione in Italia a settembre, stabile all’1,5% quella europea
Frenata dei prezzi in Italia a settembre, con l’indice misurato dall’Istat sceso dello 0,3% su base mensile e salito dell’1,1% rispetto a settembre 2016 (era +1,2% ad agosto). La lieve frenata dell’inflazione – spiega l’Istat – è ascrivibile per lo più al ribasso dei prezzi dei servizi relativi ai trasporti (+2,7%, da +4,4% di agosto) e di quelli dei beni energetici regolamentati (+2,9% da +5,0%). L’inflazione acquisita per il 2017 è pari a +1,3% per l’indice generale e +0,8% per la componente di fondo. Per quanto riguarda la zona euro, a settembre il tasso di inflazione annuale si attesta a quota 1,5%, stabile rispetto ad agosto. E’ la stima flash di Eurostat. A luglio e giugno era all’1,3%, a maggio all’1,4%, ad aprile all’1,9%. A settembre 2016 era allo 0,4%. L’energia è attesa avere il tasso di crescita annuale più elevato: 3,9% rispetto a 4% ad agosto.
(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus)