Exor presenta i piani e vola in Borsa

teodoro chiarelli
torino

Exor festeggia l’ingresso nella top 20 mondiale delle grandi holding diversificate e annuncia che nonostante gli uragani Harvey, Irma e Maria abbiano hanno pesato per circa 475 milioni di dollari, i conti del suo ultimo gioiello, il colosso delle riassicurazioni PartnerRe, chiuderà il 2017 in utile. Non solo, il presidente e amministratore delegato John Elkann si presenta ai 120 analisti internazionali riuniti nella nuova sede, molto smart e hi tech, e annuncia che Sergio Marchionne, che di Exor è vicepresidente, rimarrà nella holding della famiglia Agnelli anche dopo il 2019, quando lascerà gli incarichi in Fiat Chrysler Automobiles.

 Snocciola cifre e disegna scenari il leader della famiglia Agnelli al primo «Investor day» della holding. Racconta come dal 2009 Exor ha distribuito 882 milioni di euro ai soci come cedole, con un ritorno stimato in oltre 9 volte. Spiega come Exor sia cresciuta dai tempi della fusione tra Ifi e Ifil. Oggi, con 155 miliardi di euro di ricavi, oltre 350 mila dipendenti e la presenza in 180 Paesi, la holding è al ventesimo posto nel mondo tra le società della «Fortune Global 500 list». «Exor – si compiace Elkann – ha una solidità patrimoniale, un gruppo di attivi che sono forti, la giusta attenzione ai costi e siamo una delle società più efficienti».

 

Non basta. Il presidente spiega che la capitalizzazione in Borsa di Exor è pari a 15,3 miliardi di dollari, mentre gli attivi del gruppo valgono complessivamente 14,8 miliardi, a cui vanno sommati i 7 miliardi di PartnerRe. La holding del gruppo Agnelli presenta quindi uno sconto del 30% sul Nav rispetto ai valori di Piazza Affari, contro il 12% medio delle società comparabili. C’è forte margine di crescita per il titolo. «In pratica – chiosa – se voi comprate un’azione Exor ricevete gratis un’azione di PartnerRe». Ragionamenti che i mercati gradiscono: il titolo Exor vola in Borsa, chiudendo con un balzo del 4,10% a 55,85 euro.

 

Elkann si sofferma in particolare sui risultati di PartnerRe, l’ultimo acquisto di rilievo, entrato nella scuderia nella primavera del 2016, «il nostro più grande investimento della storia». La società, assicura, è assolutamente in linea con le attese. «Da quando la possediamo – dice – è una società che va meglio». PartnerRe, spiega il ceo Emmanuel Clarke, punta a un Roe all’8-10% nei prossimi 3-5 anni e ha già ottenuto oltre 60 milioni di dollari di risparmi. Il direttore finanziario, Mario Bonaccorso aggiunge che l’esercizio dovrebbe chiudere un utile netto di 243 milioni di dollari.

 

Inevitabili le domande su Fca. Elkann risponde «è in una fase molto positiva e ha delle prospettive molto forti. «Con Marchionne e il consiglio siamo pienamente impegnati nel piano 2018-2022». Alleanze? «Non le bloccheremmo, ma non c’è niente di reale». Nessuna preoccupazione per la successione a Marchionne dalla primavera 2019. «In Fca ci sono persone che hanno tutti i numeri per essere il candidato ideale avendo lavorato con un uomo straordinario come Sergio». In ogni caso, aggiunge, il manager con il maglioncino «ha tanti cappelli, quindi continuerà a essere molto presente e a contribuire ancora per tanto a Exor». Elkann è anche «molto soddisfatto» dei risultati di Ferrari. E tanto per chiarire: «Non abbiamo assolutamente intenzione di vendere la nostra quota». Stesso discorso per la Juventus, «che appartiene legittimamente alla nostra famiglia e a Torino».

LA STAMPA

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