Battisti sfida ancora l’Italia: non temo l’estradizione, sono protetto dal visto Il giudice: arresto a tempo indeterminato

Cesare Battisti sfida ancora l’Italia e dichiara alla polizia federale di «non temere di essere estradato in Italia», perché si sente «protetto» da un decreto dell’ex presidente brasiliano, Luiz Inacio Lula da Silva, che gli ha concesso un «visto permanente» nel paese sudamericano. A riferirlo è il sito del quotidiano Estadao. Nelle sue dichiarazioni agli inquirenti, Battisti ha aggiunto di essere «protetto giuridicamente» contro una possibile estradizione in quanto il giudice supremo Cesar Peluso aveva già stabilito che i reati per i quali è accusato sono prescritti nel 2013. Oltre a ciò, l’ex estremista di sinistra ha sostenuto che un decreto presidenziale non può essere rivisto dopo cinque anni e che la decisione di Lula di concedergli l’asilo politico è avvenuta oltre cinque anni fa.

Arresto confermato dal giudice

Intanto l’arresto viene: lo ha deciso il giudice federale, Odilon de Oliveira, durante l’udienza di custodia svoltasi in videoconferenza nella sede della polizia federale di Corumba’. Il magistrato ha ritenuto che ci fossero i presupposti per la custodia cautelare in carcere «a tempo indeterminato»; è stato contestato anche il reato di esportazione di valuta.

Le dichiarazioni agli inquirenti

«Ero lì per pescare e fare shopping». È così che Battisti avrebbe spiegato agli inquirenti perché si trovava a Corumbá, alla frontiera tra Brasile e Bolivia. E soprattutto perché nella sua macchina stava trasportando parecchio denaro in contante. L’ex membro dei Proletari armati per il comunismo (Pac) era in auto insieme a Vanderlei Lima Silva e Paulo Neto Ferreira de Almeida, che ha definito suoi amici di vecchia data.

Il ministro Orlando

Intanto, dopo l’arresto dell’ex terrorista parla il ministro della Giustizia Andrea Orlando: «L’Italia è fortemente determinata a far sì che Cesare Battisti sconti la sua pena nel nostro Paese, anche per restituire in parte ciò che è stato tolto alla nostra comunità e ciò che è stato inflitto alle vittime del terrorismo. L’estradizione è possibile, l’Italia la chiede da tempo, la richiesta dell’Italia rimane ferma ci sono tutti i presupposti sulla base del diritto internazionale perché questa sia realizzata».

«I passi necessari»

Il Guardasigilli ha poi spiegato che tutte le azioni portate avanti dal nostro Paese per fare in modo che Cesare Battisti, ex componente dei Proletari Armati per il Comunismo (Pac) fermato mercoledì sera in Brasile mentre cercava di andare in Bolivia, possa scontare in Italia le pene per alcuni reati commessi durante gli anni di piombo. «Noi abbiamo fatto tutti i passi presso tutte le autorità giurisdizionali brasiliane — ha aggiunto Orlando — e tutte le autorità politiche, e alla luce di questo nuovo fatto ne faremo altri».

La Farnesina

La linea del ministro Orlando era stata confermata in mattinata anche dal ministro degli Esteri Angelino Alfano che in un tweet diffuso dalla Farnesina aveva scritto: «Con l’ambasciatore Bernardini per riportare Battisti in Italia e assicurarlo alla giustizia. Continuiamo il lavoro avviato con le autorità brasiliane». Antonio Bernardini è l’ambasciatore d’Italia in Brasile.

CORRIERE.IT

 

 

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