Ecco la tassa sulla spesa. I sacchetti per la frutta diventano a pagamento
In Italia si paga tutto, anche l’aria. Imposte, tasse locali e mille altri balzelli sono una costante per chi vive nel Belpaese.
Ce ne sono tantissime, assurde, buffe o che fanno irritare. C’è la «tassa sull’ombra», che colpisce chi installa tende per proteggersi dal sole qualora questa si prolunghi sul pubblico suolo, quella sui gradini, che deve pagare chi ha casa i cui gradini d’ingresso finiscono sulla pubblica via e perfino quella sul Tricolore, per chi utilizza la nostra bandiera per farsi pubblicità.
Ma adesso si esagera. L’ultima assurdità, come rivela il quotidiano Italia Oggi, è parte integrante del decreto 91/2017 recante disposizioni urgenti per la crescita economica nel Mezzogiorno, approvato il primo agosto scorso dalla Camera dei Deputati.
Questo stabilisce che da gennaio prossimo si dovranno essere usati solo sacchetti biodegradabili e compostabili. Anche quelli leggeri e ultraleggeri, utilizzati per il trasporto di merci e prodotti, dovranno essere prodotti con un contenuto minimo di materia prima rinnovabile di almeno il 40 per cento e saranno distribuiti esclusivamente a pagamento, così come oggi avviene per gli shopper.
Tradotto significa che i sacchetti da sempre utilizzati nei supermercati per prendere frutta e verdura, ovvero quelli sui quali apponiamo, dopo averli pesati, l’etichetta con il prezzo, ora non sono più gratuiti. Un altro colpo per chi, volente o nolente, deve risparmiare e cerca di far quadrare i conti per arrivare a fine mese.
Già era stato uno choc per molti quando, qualche anno fa, all’improvviso le buste in polietilene erano diventate a pagamento. Molte famiglie, per non vedersele addebitate sullo scontrino, avevano iniziato a portarle da casa, scegliendo tra le tradizionali e quelle in cotone.
Ora, però, la situazione si complica. Si sa, infatti, che non è possibile mettere insieme carote o cicoria, banane o mele e che per ogni ortaggio o frutta sarà necessaria una busta ultraleggera trasparente. E questa si pagherà. Quasi sicuramente il costo sarà di dieci centesimi ciascuna e, mano al portafogli, alla fine il consumatore spenderà svariati euro in più di oggi. Soldi, che verranno incassati in prima battuta dai supermercati e dai negozi, ma che alla fine torneranno allo Stato sotto forma di Iva o imposta sul reddito.
Critica è la Federdistribuzione, che ne fa una questione di igiene. Se la gente per ovviare al disagio dovesse iniziare a portare anche questi sacchetti ultraleggeri da casa, si potrebbe rischiare, con il riutilizzo, la veicolazione di eventuali germi e batteri.
Ma è certo che più di un consumatore lo farà per non dover tirar fuori altri soldi. Per risparmiare, o anche solo per protesta. Del resto c’è da prevedere che i negozianti saranno severissimi, perché la mancata applicazione di quanto disposto dalla legge prevede per loro multe severe, che vanno dai 2.500 ai 100mila euro se la violazione dovesse riguardare un considerevole numero di clienti.
IL GIORNALE