La manovra vale 20 miliardi. Congelato l’aumento dell’Iva
Già si sapeva che il governo non avrebbe avuto molti margini di manovra per fare una legge di Bilancio «creativa», in vista delle elezioni. E così è stato: nel pacchetto di finanza pubblica approvato ieri «sulla carta» (per conoscere tutti i dettagli ci vorranno ancora molti giorni) non solo non ci sono misure dal costo e dall’effetto importante. Non ci sono neanche provvedimenti «sociali» più limitati di cui pure si era parlato, come l’inizio dell’abolizione del superticket da dieci euro sulla specialistica.
Le misure di maggior peso nella manovra – che vale 20,4 miliardi, considerando anche il decreto fiscale collegato, con 9,5 miliardi di tagli e maggiore entrate – sono gli 1,7 miliardi per lo sblocco dei contratti pubblici e il finanziamento con 338 milioni del taglio del cuneo fiscale per favorire le assunzioni di giovani con meno di 35 anni di età. Il grosso delle risorse (15,7 miliardi di euro) verrà impegnato per evitare l’aumento delle aliquote Iva con le cosiddette «clausole di salvaguardia». Secondo il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, «i dati sulla crescita ci danno dei margini migliori – ha affermato in conferenza stampa – mesi fa si parlava di lacrime e sangue, abbiamo una manovra snella, che sarà utile per la nostra economia».
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Per Gentiloni, «il nostro primo obiettivo era quello di evitare aumenti dell’Iva e l’introduzione di nuove tasse, gabelle, accise, impegno che è stato mantenuto». «Le riforme avviate dal governo Renzi e che noi abbiamo proseguito e soprattutto l’impegno di lavoratori, imprese, famiglie, hanno contribuito, con il contesto internazionale favorevole, a una situazione molto più positiva», ha concluso il premier. Per il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, è una manovra che consente «una crescita robusta ma inclusiva, incentrata sulle fasce più bisognose e sulle aree meno avanzate del Paese. Una manovra che porta più crescita e un consolidamento della finanza pubblica, il deficit scende così come il debito», e che «mira ad aggredire la disoccupazione giovanile».
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Il governo ha respinto le richieste dei sindacati in tema di pensioni. Per quanto riguarda l’aumento previsto dell’età pensionabile a 67 anni nel 2019, «c’è una legge in vigore e la rispetteremo», ha detto Gentiloni. Tra le reazioni sindacali, la più negativa è quella della Cgil. «C’è preoccupazione per l’indeterminatezza delle risposte in particolare sulla previdenza e sulla fase due, su impegni che il governo aveva assunto», ha detto il leader cigiellino Susanna Camusso. La Uil sospende il giudizio in attesa di conoscere i dettagli, mentre Anna Maria Furlan (Cisl) pur criticando il «no» sulle pensioni è soddisfatta per lo sblocco delle risorse per i contratti pubblici.
Sul fronte politico, la maggioranza fa quadrato, mentre l’opposizione spara a zero: «Potrebbe essere una manovra scritta da JpMorgan», dicono i M5S. «Non è previsto nessun piano per risolvere la grave crisi sociale», attacca la Lega Nord. «Gentiloni e Padoan raccontano favolette», spiega Renato Brunetta (Fi). E Mdp, cui Gentiloni fa un appello alla responsabilità? «E’ curioso che lo dica dopo aver votato una pessima legge elettorale a colpi di fiducia», dice Francesco Laforgia, capogruppo di Articolo 1.
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