Incendi, Portogallo e Spagna in ginocchio: almeno 39 morti, c’è pure un neonato

Tre giorni di lutto e fiamme ancora da domare. Il Portogallo è in ginocchio per gli incendi che hanno colpito il Paese e la vicina regione spagnola della Galizia. Il bilancio parla al momento di 39 vittime e di storie strazianti, come quella di un neonato di appena un mese morto per i roghi. Due donne sono morte invece in Galizia all’interno dell’auto sulla quale viaggiavano che è stata avvolta dalle fiamme. Ma ci sono ancora dispersi: almeno 7 in Portogallo, altri 3 in Spagna. E i feriti sono 63, di cui 13 in condizioni critiche.
Secondo le autorità di Madrid i roghi sono stati appiccati da piromani, ma ad alimentarli in modo vertiginoso – oltre a temperature superiori alla media stagionale, sopra i 30 gradi, aggravate da una prolungata siccità – è stato il forte vento collegato al passaggio sulla penisola iberica dell’uragano Ophelia, proveniente dall’oceano Atlantico e poi diretto verso l’Irlanda dove ha causato vittime e distruzione. In Portogallo, invece le conseguenze sono state legate soprattutto all’emergenza incendi. Circa 30 i focolai affrontati da 3.600 vigili del fuoco. Anche l’Italia ha inviato due aerei Canadair in supporto delle operazioni di spegnimento.

Portogallo devastato dagli incendi: venti alimentati dalla tempesta Ophelia

E Ophelia si è portato dietro gli effetti del fuoco: sul cielo dell’Inghilterra è spuntato ieri un sole di colore rosso mentre nell’aria si avvertiva odore di fumo, rilevato in quota dagli equipaggi di alcuni aerei passeggeri in volo verso Liverpool, Manchester, Dublino e l’isola di Jersey, atterrati a scopo precauzionale senza problemi di sorta. Secondo gli esperti di meteorologia, dietro entrambi i fenomeni atmosferici ci sarebbe il pulviscolo del deserto del Sahara intercettato da Ophelia durante il suo tragitto, ma anche la cenere e i detriti polverizzati raccolti appunto dall’uragano al passaggio sul Portogallo in fiamme.

Sabbia, Ophelia e incendi in Portogallo: il cielo diventa giallo sopra Londra

Il Portogallo si stava ancora riprendendo dopo l’incendio più grave mai registrato, avvenuto a giugno e nel quale erano rimaste uccise 64 persone. Una persona finora è stata arrestata con l’accusa di avere appiccato il fuoco in uno dei roghi ma le indagini proseguono per individuare altri reponsabili in diverse zone. Nella Galizia il ministro dell’Interno Juan Ignacio Zoido ha annunciato che alcuni dei piromani sono già stati identificati: se condannati, rischiano fino a 20 anni di carcere.

REP.IT

 

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