De Magistris va in cattedra e fa il prof di «okkupazioni»

I l titolo all’apparenza innocuo del convegno («Città del cambiamento, diritto agli spazi sociali autogestiti») nasconde in realtà un universo in movimento, anzi di Movimenti.

Quelli che il sindaco Luigi de Magistris ha portato al potere, nel capoluogo campano, facendone piattaforma elettorale e base programmatica, e che oggi pomeriggio proporrà come modello nell’incontro al «Leoncavallo» di Milano. Lo farà insieme al fidato Carmine Piscopo, assessore all’Urbanistica, e ai rappresentanti dell’ex «Asilo Filangieri» di Napoli, del «Macao» di Milano, appunto, e della «Cavallerizza Reale» di Torino. Le tre città dove è più radicata la tradizione dell’autogestione e dove maggiore sono la vicinanza e l’indulgenza da parte delle rispettive amministrazioni municipali.

Giggino parlerà dell’esperienza partenopea dei «beni comuni» e delle «okkupazioni» dei centri sociali che hanno di fatto trasformato il patrimonio immobiliare di Palazzo San Giacomo in un enorme granaio, privo di custode, da saccheggiare alla ricerca dei pezzi più pregiati. Chissà se il primo cittadino di lotta e di governo farà però cenno pure alle due inchieste Corte dei Conti e procura della Repubblica che sono state aperte sul malgoverno di edifici e spazi di proprietà comunale; beni letteralmente strappati alla collettività e «regalati» ad associazioni, circoli, gruppi organizzati e antagonisti negli ultimi tre anni. Nei giorni scorsi, ci sono state acquisizioni d’atti della Guardia di finanza negli uffici comunali non solo riguardo alle assegnazioni dirette ma pure sulle spese di manutenzione e funzionamento (acqua, luce, gas) delle strutture pagate dal Comune.

«Una ferita per tutti i napoletani perbene» l’ha definita il deputato di Forza Italia, Amedeo Laboccetta, annunciando una interrogazione parlamentare. «Palazzi storici trasformati in bivacchi dove vendere alcolici e organizzare feste a scopo di lucro ha aggiunto Laboccetta . De Magistris ha utilizzato a fini politico-elettorali i tesori della città». Nel corso della campagna elettorale dello scorso anno, il candidato sindaco del centrodestra Gianni Lettieri aveva sollevato, anche con un esposto all’autorità giudiziaria, il tema del rapporto tra i vertici dell’amministrazione e le aree dell’autogestione. Rapporto che però, da qualche settimana, si è fatto un po’ più complicato. I dissidenti, dopo averlo sostenuto, hanno intuito la debolezza politica di de Magistris, alle prese con un maxi-debito di 3,4 miliardi di euro e col rischio concreto, minacciato dalla Corte dei Conti, di dichiarare il dissesto finanziario entro sessanta giorni, e lo stanno fiaccando. La prima mossa è stata la creazione della sigla «Ndo, Napoli direzione opposta» a cui ha fatto seguito «Partenope Ribelle». Due maxi-contenitori che si contenderanno l’eredità dell’ex pm. Giggino sta provando a destreggiarsi come può, ma il commissariamento degli antagonisti in città è già avvenuto.

IL GIORNALE

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