Tutti cercano la “Pax Veneta”. Pure Grillo sale sul Carroccio
Dopo aver fatto vacillare per qualche ora la solida cornice istituzionale all’interno della quale aveva sviluppato la sua azione, Luca Zaia corregge la rotta e torna a rilanciare la necessità di una trattativa con lo Stato centrale.
Il «la» alla ripresa del dialogo lo offre Paolo Gentiloni che nel corso di una visita alla raffineria Eni di Porto Marghera batte un colpo importante. «Lo dico qui a Venezia, la capitale del Veneto come piace chiamarla al sindaco Brugnaro: guardo con interesse, rispetto e disponibilità alla discussione che si è aperta dopo i referendum sull’autonomia».
La risposta di Zaia non si fa attendere. «Leggo in positivo le parole del presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni. Non mancheremo di fare la nostra proposta nell’alveo della Costituzione, che parla non solo di competenze e di federalismo fiscale, ma anche delle modalità della trattativa» dice il presidente del Veneto intervenendo a Porta a Porta.
«Per quanto riguarda i tempi, se c’è la volontà da entrambe le parti, possono essere più ragionevoli di quelli della pubblica amministrazione e delle pastoie della politica. Il nostro atteggiamento sarà costruttivo nell’interesse del Veneto, per risolvere lacerazioni create non solo dalla crisi ma anche da una visione odiosa della gestione del Paese, vergognosamente centralista, che ha disatteso anche i dettami e i principi ispiratori della Costituzione e dei padri costituenti che avevano una visione del Paese autenticamente federalista», la conclusione del governatore.
Per Zaia oggi sarà una giornata importante con il primo intervento in consiglio regionale dopo il trionfo referendario. «Illustrerò l’esito del referendum di domenica e presenterò il disegno di legge che definisce le 23 materie in cui si sostanzia l’autonomia» scrive il governatore su facebook. «Aggiungeremo la richiesta dello Statuto speciale che non è una provocazione, ma una rivendicazione dei veneti ormai da tempo e che ogni regione è autorizzata a chiedere attraverso un ddl di modifica costituzionale. Vogliamo una compartecipazione su Iva e Irpef».
Il governatore del Veneto incassa un sostegno in parte inaspettato anche dal Movimento 5 Stelle, nel nome della «Pax Veneta», in sostanza una tregua politica in vista della trattativa con il governo centrale. Un passaggio rispetto al quale «tutte le forze politiche dovranno remare dalla stessa parte».
A porgere il ramoscello d’ulivo sono i consiglieri regionali veneti del Movimento 5 Stelle: «È necessario mettere da parte logiche di partito, bandiere e strategie politiche. I consiglieri regionali devono smettere le casacche delle proprie fazioni e vestire la maglia della nazionale veneta per portare a casa il risultato», annunciano i 5 Stelle. «A Roma deve essere portata una legge del consiglio regionale ed è necessaria un’ampia condivisione politica per raggiungere il risultato voluto, ma Zaia non chieda lo Statuto Speciale, già bocciato dalla Corte Costituzionale» dice il capogruppo Jacopo Berti. E Riccardo Fraccaro, deputato trentino nato però a Montebelluna, in provincia di Treviso, aggiunge: «Se si condivide una cosa lo si fa al di là della maglia. Siamo post ideologici».
IL GIORNALE