Assassinio di John F. Kennedy: già online 2800 file, ma Trump rinvia la divulgazione di alcuni documenti “sensibili”
Dopo aver annunciato la pubblicazione degli ultimi documenti rimasti segreti sull’assassinio di John Kennedy, il presidente Trump ha deciso di mantenere la sua promessa solo in parte: 2.800 files verranno rilasciati subito, ma circa altri 500 resteranno negli archivi. Il capo della Casa Bianca ha giustificato questa scelta con le pressioni subite dalle agenzie federali, Cia ed Fbi in testa, affinché conservasse la riservatezza di alcune informazioni. Il rischio ora è quello di alimentare ancora di più le teorie complottiste, almeno fino a quando non si chiarirà quali documenti sono stati bloccati e perché.
Nei giorni scorsi Trump aveva annunciato che avrebbe dato il via libera, a meno di obiezioni avanzate dalle agenzie governative riguardo il rischio di compromettere la sicurezza nazionale. La Cia e l’Fbi si sono opposte, e dopo una giornata di discussioni il capo della Casa Bianca ha scelto la via del compromesso: 2.800 files saranno pubblicati subito, mentre gli altri verranno rivisti nell’arco di sei mesi, e forse rilasciati. Trump ha dichiarato che non aveva altra scelta.
Secondo gli storici questi documenti non dovrebbero contenere novità sconvolgenti, come ad esempio l’esistenza di altri killer. Kennedy era stato ucciso da Lee Harvey Oswald e questa verità non dovrebbe cambiare. E’ possibile però che la Cia e l’Fbi avessero informazioni su di lui a cui non avevano dato abbastanza credito. Poco prima dell’omicidio, ad esempio, il killer era stato a Città del Messico, dove aveva incontrato spie russe e cubane: perché era andato e cosa aveva fatto? Se la Cia e l’Fbi avevano compreso la sua pericolosità, ma non lo avevano bloccato, questa rivelazione sarebbe molto imbarazzante.
Il mistero ora resterà in piedi, fino a quando tutti i documenti non verranno pubblicati, e la decisione di Trump alimenterà il sospetto che il governo vuole nascondere qualcosa agli americani.
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