Madrid la peggiore in Europa dopo strappo Catalogna. Euro sotto 1,16$

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Se il dietrofront dell’euro dopo la Bce e il Pil Usa hanno favorito la corsa di Francoforte e Parigi, spingendo l’Eurostoxx50 ai massimi da cinque mesi, Piazza Affari è scivolata con il settore bancario e con Eni mentre Madrid cade dell’1,45% dopo la dichiarazione di indipendenza votata dal Parlamento catalano. L’ultima seduta settimanale dei mercati azionari è stata dunque caratterizzata da indici contrastati in Europa pur in un contesto generale che conferma la vivacità del mercato e che ha spinto Francoforte (+0,6%) ad aggiornare i massimi storici. L’euro/dollaro a 1,1575, quindi ai minimi da tre mesi, dopo che la Bce ha aperto alla possibilità di un quantitative easing allungabile oltre l’autunno 2018 e che la crescita americana ha sorpreso nel terzo trimestre, è stato il principale fattore a spingere i titoli mentre il settore del credito (-0,33% l’indice Stoxx del comparto) ha pagato uno scenario di tassi bassi a lungo. Milano ha ceduto lo 0,6% ma nell’intera settimana ha guadagnato l’1,4%.
Giù Unicredit (-3,4%), Banco Bpm (-3,3%) e Ubi (-3%), male Telecom (-1,6%) e Eni (-1%), quest’ultima dopo una trimestrale sotto le attese per quanto riguarda gli utili e nonostante un petrolio ai massimi da oltre due anni per quanto riguarda il Brent (60,3 il contratto dicembre). Atteso poi in serata il giudizio di S&P’s sull’Italia (attualmente BBB- con outlook stabile).

Pil Usa del terzo trimestre a +3%, sopra le stime
L’economia americana è cresciuta nel terzo trimestre a passo più rapido rispetto alle aspettative, nonostante l’impatto negativo degli uragani che hanno colpito il Sud degli Stati Uniti tra agosto e settembre. E’ quanto emerge dalla lettura preliminare del dato diffuso dal dipartimento al Commercio americano, secondo cui il Pil è cresciuto del 3%, contro il 3,1% del secondo trimestre. Il dato è migliore delle previsioni degli analisti, che attendevano una crescita del 2,7%. Nel primo trimestre il Pil era salito dell’1,4%. Il primo semestre è stato il migliore dal 2014.

Occhi sulle trimestrali. Ferrari tocca 100 euro
Positivo l’azionario europeo (segui qui l’andamenti dei principali indici) e sui massimi da cinque mesi, dunque, all’indomani della Bce , con gli occhi puntati sulle trimestrali e l’euro in calo. Se Madrid è andata in rosso per le tensioni politiche con l’IBEX 35 in flessione, Piazza Affari è rimasta indietro con il FTSE MIB appesantito dai bancari e da Eni. Il Cane a sei zampe ha diffuso stamattina la trimestrale con utili leggermente inferiori alle attese mentre migliora l’indebitamento. In rialzo gli altri titoli del comparto energetico e le utilities. In controtendenza invece Mediobanca grazie alla trimestrale oltre le previsioni, chiusa con utili per 300,9 milioni di euro, ma anche il lusso che aveva sofferto nei giorni scorsi e che ha beneficiato della rimonta del dollaro: le migliori sono state Luxottica e Ferragamo, mentre Ferrari ha toccato quota 100 euro per la prima volta prima della trimestrale.

BoT, assegnati 6 mld semestrali, rendimento a nuovo minimo storico
Nuovo minimo storico per il rendimento del BoT semestrali nell’asta in cui il Tesoro ha assegnato buoni a sei mesi per 6 miliardi. La domanda per i semestrali scadenza 30 aprile 2018 è stata molto sostenuta: 11,932 miliardi pari a un rapporto di copertura di 1,99. Il rendimento ponderato semplice è stato di -0,400%, due punti base sotto l’ultimo collocamento che aveva fatto segnare il precedente minimo. Sul secondario, la decisione della Bce ha portato a forti acquisti di titoli governativi sia core sia periferici. Lo spread italiano si è ristretto ieri ai minimi da fine 2016 per poi risalire oggi leggermente, con il decennale sceso sotto il 2%. Draghi ha lasciato aperta la possibilità di modificare il Qe sia nell’ammontare sia nella durata, focalizzandosi molto sul tema reinvestimento definito «consistente». Sul fronte spagnolo, torna ad allargarsi lo spread Bonos/Bund.

Euro sui minimi da tre mesi contro il dollaro sotto 1,16
Sul fronte dei cambi, l’euro/dollaro è ai minimi da tre mesi, sceso sotto la soglia di 1,16 dopo la diffusione del dato migliore delle attese sul Pil Usa del terzo trimestre. Il movimento è iniziato già ieri durante la riunione Bce e favorito anche dagli sviluppi della riforma fiscale e dalle attese sulla nomina del governatore Fed, come sottolineano gli analisti di Mps Capital Services (segui qui l‘andamento del dollaro contro le principali divise e qui quello dell’euro). Sulla forza del dollaro, scrivono, «potrebbero avere pesato anche la speculazione sul nome del nuovo governatore Fed e il passaggio alla Camera Usa della risoluzione non vincolante di bilancio già approvata al Senato. Tale votazione potrebbe così agevolare e velocizzare il processo di riforma fiscale voluto da Trump. Il prossimo passo sarà la pubblicazione, il 1° novembre, di una bozza delle misure fiscali».

Brent tocca i 60 dollari, vicino ai massimi da due anni
Il Brent ha toccato i 60 dollari al barile, registrando un nuovo massimo da oltre due anni. A guidare il rialzo sono state le parole del Principe saudita, Bin Salman, che ha affermato di voler «certamente» prolungare l’accordo sul taglio alla produzione (in scadenza nel primo trimestre 2018). La decisione ufficiale sarà presa nel meeting dell’Opec il 23 novembre, anche se il Principe incontrerà giovedì prossimo Novak, il Ministro dell’energia russo, proprio per discutere del taglio.

(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus)

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