Il Piemonte va in fiamme: Torino soffocata dal fumo

andrea rossi
TORINO

La nube ha il colore opaco della caligine. Arriva a metà mattina, trascinata dal foehn, il vento caldo che soffia da Ovest e porta in città il fumo che da giorni devasta le vallate tra Torino e la Francia. A quell’ora Davide Di Stasio, netturbino dell’Amiat, l’azienda che raccoglie i rifiuti in città, è nel pieno del suo turno di lavoro. Spazza i marciapiedi, certi suoi colleghi da giorni indossano le mascherine. «Dopo sei ore in strada, quando le tolgono, sono scure. Nere. Io non la metto e forse sbaglio. L’aria è pesante, orribile». 

Nel cielo di Torino c’è una quantità di polveri sottili quasi nove volte superiore ai limiti di legge. Alle 11 una delle centraline dell’Arpa rileva un valore di Pm10 di 459 microgrammi al metro cubo. La media del giorno prima è altissima: 199. L’aria ha un odore nauseante. Laura Stefani spinge il passeggino preoccupata: «C’è puzza. Quasi non mi fido a uscire con mia figlia. In centro è un disastro. Forse l’unica è fare due passi al parco, almeno c’è un po’ di verde». No, non fa alcuna differenza: da quasi venti giorni la città è avvolta in una nuvola di smog, su cui è ieri mattina è calato un denso pennacchio di fumo sprigionato dagli incendi.

Torino soffoca, il Piemonte brucia. Dall’inizio della settimana 2 mila ettari di terreno sono andati in fiamme. L’equivalente di 2.800 campi da calcio. Secondo Coldiretti ci vorranno quindici anni per ricostruire i boschi inceneriti. Il fronte del fuoco è lungo decine e decine di chilometri ma continua a spostarsi, spinto dal vento e forse anche dai piromani. Parte dalla Val di Susa, investe la Val Chisone, si spinge in Valchiusella e Valle Orco, sconfina nel Cuneese: Val Varaita e Valle Stura, dove è stata chiusa la statale del Colle della Maddalena che porta in Francia. Centinaia di persone sono state evacuate dalle loro case. Per dare la caccia ai piromani da oggi sui sentieri si muoveranno anche quaranta alpini. Ne arriveranno altri, nei prossimi giorni.

La Regione ha chiesto lo stato di emergenza: «Purtroppo non si prevede un miglioramento significativo delle condizioni, quindi resta lo stato di massima allerta fino a tutta la settimana prossima», spiega Sergio Chiamparino. Finora sono state impiegati più di 2 mila uomini, tra vigili del fuoco, volontari, Protezione civile, e 500 mezzi, più 8 canadair. Il Piemonte ha stanziato fondi aggiuntivi per le ditte che forniscono gli elicotteri, dato che le 500 ore annuali da contratto sono esaurite.

Eppure il fronte delle polemiche è ampio e velenoso. Solo ieri, dopo cinque giorni di roghi, il Prefetto ha convocato un vertice in cui si è deciso tra le altre cose di mobilitare l’Esercito, disponibile da tre giorni ma mai coinvolto. Gli alpini avranno compiti di vigilanza: pattugliare le aree sensibili per fare da deterrente contro piromani e sciacalli. Decisione tardiva, secondo alcuni. Anche la Regione è sotto accusa per aver sottovalutato la situazione. Pochi giorni fa l’assessore all’Ambiente Alberto Valmaggia assicurava che la situazione era sotto controllo ed erano sufficienti gli uomini inviati sul fronte, salvo poi, qualche ora dopo, allertare le squadre extraterritoriali.

È in atto una triplice emergenza, in Piemonte. Le piogge sono il 98% in meno rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, la crisi idrica è feroce. I roghi stanno devastando boschi e vallate e rischia di non esserci abbastanza acqua per spegnerli: un centinaio di agricoltori ha messo a disposizione i trattori per trasportare le autobotti. L’aria, infine, è irrespirabile.Le regole vengono stravolte: con livelli di smog mai visti il Comune di Torino ha deciso di congelare le misure anti inquinamento e revocare i blocchi ai motori diesel, che mai come ora sarebbero utili, però rischiano di scatenare il caos limitando gli spostamenti delle persone. La vita di tutti i giorni, le attività ordinarie, sono messe in pericolo. «Sono abituata a usare la bicicletta, ma in questi giorni quando scendo ho il fiatone e, in generale respiro a fatica», racconta Valentina Rabino. «Certi giorni gli occhi bruciano e lacrimano». La Regione ha deciso di sospendere per tutta la prossima settimana la caccia nelle zone più colpite dai roghi. A Torino una società di calcio, il Vanchiglia, ha sospeso gli allenamenti per lo smog. E gli organizzatori della Maratona a lungo sono stati in dubbio se annullare la corsa di domani. Si terrà. Sotto un cielo cupo.

LA STAMPA

 

 

 

 

 

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