Martina: “Il Pd vuole una coalizione larga, Mdp ci dia una risposta”

di MONICA RUBINO

ROMA – “Spero che gli interlocutori riflettano sull’apertura prodotta a Napoli. Non mettiamo veti, siamo intenzionati a creare una coalizione larga, con idee forti per guardare a futuro. Converrebbe anche a loro riflettere e approfondire di più prima di rispondere in questo modo”. Il vicesegretario del Pd Maurizio Martina si rivolge a Pier Luigi Bersani e Massimo D’Alema di Mdp invitandoli ad esaminare con più attenzione la disponibilità al confronto offerta dai dem durante la conferenza programmatica di Napoli.

Ospite su Radio Capital del programma Circo Massimo, condotto da Massimo Giannini e Jean Paul Bellotto, il ministro delle Politiche Agricole ribadisce però quanto già affermato da Matteo Renzi: “Se si vuole lavorare insieme bisogna partire da posizioni preconcette, ma discutere di quale immaginiamo per l’Italia nei prossimi anni. Ma non possono chiederci di fare abiure o rinunciare a pezzi importanti del lavoro fatto in questi anni”.

Quanto alla vicenda di Bankitalia, con la riconferma di Ignazio Visco da parte del governo, Martina nega che si sia aperta una ferita tra il premier Paolo Gentiloni e il segretario del Pd: “Il capitolo è chiuso, non parlerei di ferita ma di discussione franca e molto vera. Ma ora si va avanti, siamo una squadra, buon lavoro al governatore”.

Il vicesegretario dem risponde poi alle critiche del senatore del suo partito Massimo Mucchetti che ha definito Renzi “una sciagura per il Pd”: “Sono giudizi assolutamente sbagliati che non condivido”. Mentre non si sbilancia sulla decisione del presidente del Senato Pietro Grasso di lasciare il Pd: “Siamo molto rammaricati, ma abbiamo grande rispetto della seconda carica dello Stato e non polemizziamo con lui. Non lo si strattona, lo si ascolta”.

Sulle pensioni Martina, che ha proposto una pausa di riflessione sull’adeguamento alle aspettative vita, sostiene che è  “importante salvaguardareil principio adeguamento, introducendo però una gradualità perché non tutti i lavori sono uguali”.

Infine lo Ius soli. Ieri renzi alla convention democratica si è dimenticato di parlarne. Ma il vicesegretario rassicura: “Vedremo cosa decide di fare Gentiloni, io personalmente sono favorevo alla fiducia: il Pd ci sarà”.

Anche il ministro della Giustizia Andrea Orlando interviene sul tema delle alleanze a Ominbus, su La7: “Non è che dico che le conclusioni di ieri di Renzi siano sufficienti, c’è da lavorarci ma tolgono un blocco” e comunque “dividersi sulla ricostruzione degli antefatti non ha senso, non si può fare il ragionamento sul pregresso ma su quello che si deve fare. Quelli di Mdp sono ossessionati da Renzi, ma l’accordo lo devono fare con il pd, che è una cosa complessa”, aggiunge.

“Penso che si sottovaluti il fatto che Renzi è stato scelto dalle primarie – continua Orlando  –  Io non credo che il Pd renziano sia in grado di risolvere tutto il centrosinistra, ma non penso che il centrosinistra si possa costruire non tenendo conto che c’è una parte del centrosinistra che si identifica con Renzi”.

Contro la “sinistra di testimonianza” si scaglia anche il capogruppo dei democratici alla Camera Ettore Rosato, autore della legge elettorale appena approvata dal Parlamento: “Da oggi si comincia a lavorare, penso si possa arrivare a un’intesa” anche con Mdp per un centrosinistra largo, “è ragionevole, ci saranno tre proposte politiche alternative: quella della destra trainata da Salvini, quella populista e incapace di governare del M5s e poi la proposta riformista di centrosinistra che noi vogliamo costruire insieme agli altri. Chi si colloca fuori da questo quadro farà testimonianza, non corre per vincere”. Rosato è ottimista: “Penso che con Mdp si riesca ad arrivare a un’intesa”.
REP.IT

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