COMUNICATO STAMPA :La Comunità sostiene la battaglia della Coldiretti contro il Ceta che legittima la pirateria alimentare
LA COMUNITÀ DICE NO AL CETA
“NON TUTELA LE NOSTRE DIVERSITÀ”
Il consiglio della Comunità della Vallagarina ha approvato all’unanimità l’ordine del giorno che la Coldiretti trentina sta proponendo ai Comuni, Province, Regioni e alle Comunità per ostacolare l’entrata in vigore del Ceta nel nostro Paese. Il Ceta in oltre 2000 pagine sigla un accordo commerciale tra Unione europea e Canada che prevede l’abolizione della maggior parte dei dazi doganali, liberalizzazione degli scambi e così via.
Per la Coldiretti apre a una competizione selvaggia e legittima la pirateria alimentare a danno dei prodotti made in Italy. Per impedire la ratifica dell’accordo in Italia, la Coldiretti sta interessando tutte le istituzioni pubbliche. Il convinto consenso del Consiglio della Comunità della Vallagarina si aggiunge agli oltre 30 Comuni del Trentino e verrà inviata al Governo e ai ministeri delle Politiche agricole per sensibilizzarli affinché blocchino la legge di ratifica sulla base di due considerazioni: la difesa delle imprese agricole nazionali e la tutela del made in Italy; il mantenimento delle regole della sicurezza alimentare e della protezione dei consumatori. A spiegare il trattato chiamato Ceta in Consiglio di Comunità su invito dell’Assessore all’Ambiente Mauro Mazzucchi sono intervenuti: Mauro Fiamozzi e Tullio Parisi della Coldiretti.
Il Ceta – è stato detto – non solo legalizza la pirateria alimentare, accordando il via libera alle imitazioni canadesi dei nostri prodotti più tipici, dal Parmesan al Prosciutto di Parma, ma spalanca le porte all’invasione di grano duro trattato in preraccolta con il glifosato che è un diserbante vietato in Italia.
L’Ue – hanno spiegato i rappresentanti di Coldiretti – per la prima volta legittima un trattato internazionale che danneggia i prodotti Made in Italy più prestigiosi, accordando il via libera alle imitazioni che sfruttano i nomi di tipicità dall’Asiago alla Fontina dal Gorgonzola ai Prosciutti di Parma e San Daniele. Un accordo che colpisce anche il formaggio italiano più esportato nel mondo, il Parmigiano Reggiano, che potrà essere liberamente prodotto e commercializzato dal Canada con la traduzione di Parmesan.
La svendita dei marchi storici del made in Italy agroalimentare non è solo un danno ma, sottolinea la Coldiretti, è soprattutto un pericoloso precedente nei negoziati con altri Paesi anche emergenti che sono autorizzati così a chiedere le stesse concessioni. Cina, in primis.
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