Salvini: “Pronto a fare il premier se la Lega sarà il primo partito”

di MONICA RUBINO

ROMA – “Io premier? Sono pronto a farlo. Se alle prossime elezioni la Lega fosse il primo partito, le regole della democrazia dicono che il Capo dello Stato dovrebbe dare l’incarico al leader della forza più votata”. Matteo Salvini, in Sicilia per sostenere la candidatura di Nello Musumeci, non si tira indietro di fronte all’ipotesi di diventare il futuro presidente del Consiglio. Ospite su Radio Capital di Circo Massimo, il programma condotto da Massimo Giannini e Jean Paul Bellotto, oppone però un secco no alla possibilità di larghe intese o governi di unità nazionale: “Sto lavorando con la mia squadra per la vittoria di una coalizione di centrodestra. Con Forza Italia governiamo in Lombardia, Veneto, Ligura e in mille comuni, la nostra è una scelta di campo ben precisa”.

Salvini, però, rispetto alle affermazioni di Silvio Berlusconi, che ieri a Palermo ha parlato di un programma condiviso con Lega e Fratelli d’Italia, mantiene un atteggiamento prudente: “Mi lascia stupito che il leader di Forza Italia parli anche di una lista di ministri, argomento di cui non abbiamo mai discusso. Su alcuni punti siamo d’accordo storicamente, come la flat tax, anche se c’è una differenza di aliquote. Abbiamo una posizione comune sull’immigrazione, sulla necessità di rivedere la legge Fornero e la Buona scuola. Altri temi sono da approfondire”. L’accordo, di fatto, non c’è ancora: “Eh no, non ci vediamo da un bel po’ di tempo”, aggiunge il segretario del Carroccio. E con tutta probabilità Salvini e Berlusconi non si incontreranno nemmeno a Catania questa sera: “Io ho proposto un comizio unitario alle 19.30, ma Forza Italia non ha voluto”.

Quanto alla buona accoglienza ricevuta in Sicilia, Salvini commenta: “I siciliani come i lombardi sono gente concreta, vogliono che la politica si prenda carico dei loro problemi, primo fra tutti il lavoro. Se a risolverli è uno che viene da Catania o uno che viene da Milano è uguale”. E aggiunge: “Sono lombardo e autonomista, ma alcune questioni vanno affrontate a livello nazionale. Prendiamo ad esempio la sanità: non è giusto che un milione di cittadini del Sud debba spostarsi per farsi curare al Nord. In Sicilia c’è uno statuto di autonomia all’avanguardia in Europa. Molto di più avanzato di ciò che abbiamo proposto in Veneto e Lombardia. Ma chi ha gestito la Regione Sicilia, sia a destra che a sinistra, non lo ha mai applicato”.

Sulla questione degli impresentabili messi in lista da Berlusconi, Il leader del Carroccio taglia corto: “Conto sull’integrità di Nello Musumeci a cui darò totale appoggio. Quello sugli impresentabili è un dibattito eticamente e politicamente e giusto, ma da giornalista prima ancora che da politico vi dico: non è la prima preoccupazione dei siciliani, per le migliaia persone che ho incontrato in questi giorni la priorità è il lavoro”.

Per Salvini la sinistra in Sicilia “non vedrà un voto” e infatti “Renzi e Boschi sono a migliaia di chilometri”. E sul leader di Ap profetizza: “Penso che Alfano finirà qui la sua carriera politica: ha fatto il ministro tre volte. Se non riesce a prendere voti neanche nella sua Sicilia, ha chiuso. Le elezioni siciliane saranno una partita a due con i Cinquestelle”. Ai quali il segretario della Lega non ha chiuso le porte: “Gli italiani aspettano risposte concrete su lavoro, ambiente salute. Su questi temi io sarei disposto a chiamare chiunque – tranne Renzi e Alfano –  anche Grillo, Di Maio, Di Battista. L’obiettivo rimane quello di vincere con una coalizione di centrodestra. Spero che i grillini maturino”.

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