Europa chiude in ordine sparso aspettando Powell alla Fed

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Chiusura contrastata per le Borse europee (segui qui i principali indici), all’indomani della decisione della Federal Reserve di lasciare i tassi di interesse nel range dell’1-1,25% mentre in Gran Bretagna oggi la Banca centrale ha rivisto al rialzo i tassi per la prima volta in dieci anni, portandoli allo 0,5% rispetto al precedente livello dello 0,25%, al quale erano stati fissati dopo la Brexit. Intanto negli Usa tiene banco la riforma fiscale americana, presentata oggi al Congresso dal partito repubblicano, ma soprattutto la nomina del numero uno della Federal Reserve, che sostituirà Janet Yellen. Sulla plancia di comando della Fed salirà un repubblicano moderato, Jerome Powell. Milano ha terminato le contrattazioni in rialzo dello 0,24%.

A Piazza Affari sono volate del 9,7% le Tenaris, nel giorno della diffusione dei conti del terzo trimestre, risultati migliori delle attese, con l’utile netto salito del 533% a 95 milioni di euro. Sono invece andate male le Ferrari (-2,9%) nel giorno della trimestrale, nonostante i buoni conti del periodo luglio-settembre, quando l’azienda del cavallino rampante ha vantato un utile netto di 141 milioni di euro, in rialzo del 24%. D’altra parte, visto che i numeri sono risultati in linea con le attese, sono scattate le prese di beneficio dopo la corsa delle ultime sedute. Sono andate in ordine sparso le azioni delle banche, con Banca Pop Er in rialzo del 3,6% e Intesa Sanpaoloin calo dello 0,4%.

Dagli Usa numeri record su disoccupazione e produttività

Dati macro record negli Stati Uniti. Nei sette giorni conclusi il 28 ottobre il numero di lavoratori che per la prima volta hanno fatto richiesta per ricevere sussidi di disoccupazione negli Stati Uniti è calato, nonostante i danni provocati dagli uragani che hanno colpito il Paese e Porto Rico. Secondo quanto riportato dal dipartimento del Lavoro, le richieste iniziali di sussidi di disoccupazione sono scese di 5.000 unità a 229.000, contro le 234.000 della settimana precedente (rivisto al rialzo dalle 233.000 della prima stima). L’indice e’ migliore delle previsioni, visto che gli analisti attendevano un dato in aumento a 235.000 unità Il valore si attesta in media sotto quota 300.000 da oltre due anni e mezzo, la serie migliore dal 1970. Inoltre il numero complessivo dei lavoratori che ricevono sussidi di disoccupazione per più di una settimana è sceso a 1,884 milioni, anche in questo caso il minimo dal 1973. Buone notizie anche sul fronte della produttività, che negli Usa è salita più delle previsioni nel terzo trimestre e al passo più rapido in tre anni, segno che l’economia americana, comincia a migliorare anche sul fronte industriale. Stando al dato preliminare diffuso dal dipartimento al Lavoro, l’indice ottenuto dividendo la produzione per il numero di ore lavorate e’ salita del 3% rispetto ai tre mesi precedenti mentre gli analisti attendevano una crescita del 2,8%.

La Banca d’Inghilterra alza i tassi allo 0,5%, primo rialzo in 10 anni

La BoE, la Banca centrale d’Inghilterra, ha alzato, per la prima volta in dieci anni, i tassi di riferimento. Come atteso dagli analisti, i tassi sono saliti dallo 0,25% allo 0,5 per cento. Sette membri su nove del Comitato della Banca centrale hanno votato per l’aumento dei tassi. Gli altri due componenti si sono detti favorevoli a mantenere i tassi invariati. Riviste inoltre leggermente al ribasso le previsioni di crescita per il Regno Unito nel 2017. Le stime passano dall’1,7% precedente all’1,6 per cento. Sono mantenute invariate, invece, le attese di crescita per il 2018 e 2019, rispettivamente all’1,6% a all’1,7 per cento. La Banca centrale ha anche fornito una prima previsione per il 2020 con crescita prevista all’1,7 per cento.

Germania, la disoccupazione resta ai minimi dal 1992

Disoccupazione ai minimi dal 1992 in Germania. A ottobre il tasso destagionalizzato è al 5,6%, come a settembre, quello non rettificato al 5,4 per cento, dal 5,5% di settembre. Centrate le previsioni degli economisti.

Dollaro in flessione, sterlina in calo dopo la BoE

Sul mercato valutario, il dollaro perde terreno in vista dei dettagli in arrivo sull’attesa riforma fiscale Usa e della nomina del nuovo presidente della Fed (segui qui l’andamento del dollaro contro le principali valute). In calo la sterlina dopo la decisione della BoE di alzare il costo del denaro allo 0,5%, con il cambio euro/sterlina tornato sopra la soglia di 0,88.

Volatile il prezzi del greggio dopo il rally della vigilia

Andamento volatile per il prezzo del greggio dopo i record della vigilia (qui l’andamento dei prezzi del greggio). Sul fronte tagli alla produzione, sembra che Arabia, Kuwait ed Emirati siano d’accordo sul fatto che i tagli debbano essere estesi, anche se i dettagli potrebbero arrivare solamente a febbraio o marzo in base alle condizioni delle scorte.

(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus)

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