Schiaffo ai terremotati: prestiti impossibili per troppa burocrazia

Per i terremotati dal 16 dicembre torna l’obbligo di pagare le tasse finora sospese – come raccontato ieri dal Giornale -, ma il governo ha previsto un finanziamento agevolato con una serie di banche convenzionate per prestare ad artigiani e imprenditori terremotati i soldi per pagare i tributi non versati nel 2017.

Peccato, però, che il procedimento per ottenere il finanziamento agevolato sia complesso e le scadenze da rispettare molto strette, tanto che «il meccanismo si è subito inceppato», denuncia Luciano Ramadori, direttore della Cna di Macerata, una delle province più colpite dal sisma. L’associazione artigiani denuncia le enormi difficoltà che stanno incontrando gli imprenditori che provano ad ottenere i prestiti convenzionati. «Molti vengono rimandati a casa dalle banche senza alcuna rassicurazione, perché c’è un ingorgo di richieste e gli istituti non riescono a smaltire tutte le istruttorie – spiega il direttore della Cna -. La convenzione c’è ma non è un obbligo per le banche. Ma qui parliamo di imprese già messe a dura prova dal terremoto, e poi dall’interminabile emergenza post-sisma. Ora si vedono rifiutare il prestito per pagare le tasse. Questo non è accettabile.

Chiediamo che il commissario De Micheli intervenga con urgenza per sbloccare questa situazione critica e prorogare ulteriormente la data del 16 dicembre per la riscossione delle tasse previste». Un ulteriore onere, anche se rateizzato, che si abbatte sulle imprese colpite violentemente dagli effetti del sisma del 2016. Solo per restare nelle Marche, si parla di 2mila posti di lavoro persi, con 483 imprese che hanno chiuso nell’ultimo anno, e un fatturato sceso del 5% per aziende degli 87 comuni colpiti, in controtendenza con il segno più delle altre province. Significa che anche chi non ha chiuso, se la passa male.

Il ritorno degli obblighi tributari per le imprese terremotate, comunicato con una lettera della commissaria Paola De Micheli ai sindaci del «cratere» sismico, provoca dure reazioni politiche nell’opposizione. «Questa decisione dimostra, ancora una volta, l’incapacità di comprendere i bisogni e le esigenze dei cittadini, delle imprese, degli artigiani e dei professionisti colpiti dal sisma» commenta Marcello Fiori, responsabile nazionale del settore Enti Locali di Forza Italia. «Il commissario ed il governo, non si rendono conto che gli imprenditori non sono in grado di produrre, di originare redditi e profitti e pagare le tasse». Mentre in Umbria il M5s attacca il silenzio della giunta regionale (Pd) e della governatrice Catiuscia Marini – anche vicecommissario alla ricostruzione per il terremoto – che «non ha pronunciato mezza parola contro questa lettera della De Micheli, un’indifferenza imbarazzante, mentre la presidente si trova a New York per promuovere l’offerta turistica regionale, a due anni dall’ultima trasferta Oltreoceano allo stesso scopo».

Ma interviene anche il commissario Paola De Micheli, per evitare «che le informazioni si confondano». «Nella lettera ai sindaci di Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria – srive in una nota il sottosegretario di Palazzo Chigi -, abbiamo invitato gli amministratori locali a informare le imprese sui provvedimenti utili alla ripartenza socio economica. Sostanzialmente, le imprese potranno rateizzare a partire dal primo gennaio 2020 le imposte sospese nel 2016 e nel 2017, accedendo ad un mutuo completamente gratuito, da contrarre subito, le cui garanzie sono a carico dello Stato. Tali imposte andranno pagate, detratta l’esenzione in de minimis (200.000 euro circa) e si verseranno solo per il differenziale anche per il 2018, come avvenuto per il 2017». In pratica, l’obbligo scatta oltre la soglia di 200mila euro dovuti tra imposte erariali, regionali, comunali e contributi dei lavoratori. Inoltre, il mutuo viene concesso «senza interessi e con garanzie dello Stato» spiega la De Micheli. Per commercianti e imprese terremotate il mutuo (per versare le tasse, e al netto della burocrazia per ottenerlo davvero) è gratuito, gli interessi alle banche le pagherà lo Stato.

IL GIORNALE

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