Svelati i Paradise Papers: conti off shore per la Elisabetta II. Russiagate, nuova tegola per Trump
I documenti sono stati studiati e analizzati da più di 380 giornalisti, attivi in 67 paesi e 96 media di tutto il mondo, tra cui anche New York Times, Guardian, Le Monde e Bbc.
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In particolare dai ‘Paradise Papers’ emerge che 10 milioni di sterline dei fondi privati di Sua Maestà sono stati investiti in un fondo off-shore, alle isole Cayman, sinonimo di paradiso fiscale che garantisce l’anonimato oltre all’assenza di tasse, e alle Bermuda dal Ducato di Lancaster, insieme al Ducato di Cornovaglia dell’erede al trono, una delle maggiori prorietà immobiliari e terriere d’Inghilterra. Il Ducato di Lancaster che gestisce in totale 500 milioni di sterline.
La Bbc riporta che il Ducato di Lancaster ha sostenuto di non essere coinvolto nelle decisioni su come vengono investiti i soldi della regina. Decisione prese dai fondi di investimento ai quali l’argent della sovrana sono conferiti. Ma non c’è alcuna prova che Sua Maestà abbia conoscenza di specifici investimenti fatti a suo nome.
Ma dai documenti spuntano altri nomi: quello di Wilbur Ross, ministro al commercio di Trump, quello di star della musica come Madonna e Bono, fino all’ex generale Wesley Clark, già comandante supremo della Nato in Europa, e al co-fondatore della Microsoft, Paul Allen. O ancora la regina di Giordania, Noor.
E proprio il nome di Ross nell’elenco dei Paradise Papers è una nuova enorme tegola sull’amministrazione Trump. Perché Ross avrebbe fatto affari con parenti e amici del presidente russo Vladimir Putin. Persone che sono nella lista delle persone colpite da sanzioni Usa e in un momento in cui la Casa Bianca è scossa dal Russiagate questo è un altro duro colpo.
Ross, in particolare, ha interessi nella ‘Navigator Holdings’ – di cui è membro del consiglio di amministrazione dal 2012 – che guadagna milioni di dollari ogni anno trasportando petrolio e gas per il colosso energetico russo Sibur, che vede tra gli azionisti il genero del presidente russo, Kirill Shamalov, marito di Yekaterina Putin. Shamalov ha il 3,9% della società mentre Gennady Timchenkom, anche lui nella lista nera Usa, ha 12 società collegate alla Sibur. Leonid Mikhelson, la cui principale azienda la Novatek è sotto sanzioni da parte di Washington, è anche un grande azionista di Sibur.
Il ministero del Commercio Usa ha dichiarato che Ross non ha mai incontrato i tre e “il ministro si è astenuto (nel suo attuale incarico) da ogni questione che riguardi il trasporto marittimo”, aggiungendo che Ross “lavora a stretto contatto con l’ufficio etico del ministero per assicurare il rispetto dei più altri standard etici previsti”.
La società del ministro, specializzata nel prendere società Usa sull’orlo del fallimento, risanarle – al costo di duri tagli – e rivenderle una volta messe a posto, la ‘Wl Ross & Cp’, ha investito nella russa Navigatore dal 2011. L’indagine dei Paradise Papers ha rivelato come Ross abbia continuato ad avere rapporti con la Navigator attraverso società con sede nel paradiso fiscale delle isole Cayman. L’esistenza di alcune di queste società off-shore è stata rivelata da Ross al momento della nomina ma secondo le regole Usa non doveva – e non l’ha fatto – parlare dei suoi interessi nella Navigator. Navigator che fa affari anche con il colosso petrolifero statale Pdvs, anche lui sotto sanzioni Usa.
Non ci sono prove per affermare che Ross abbia violato formalmente alcuna legge ma politicamente il discorso è di opportunità sul continuare ad avere contatti – seppur indiretti – con questa azienda. Ross è una persona vicina a Donald Trump sin dagli anni ’90, quando contribui’ a salvarlo da una bancarotta per la costruzione di casinò a Atlantic City.