Gli sms che inchiodano il rom: “Zitte o farete una brutta fine”

Non solo lo stupro. Orribile e violento, premeditato e messo a segno con un complice a fare da palo.

Mario Seferovic, 21 anni, “Il sinto” accusato di aver ammanettato e stuprato due ragazzine nella periferia Est di Roma, aveva cercato anche di zittire le sue vittime. Aveva fatto di tutto affiché tenessero la bocca chiusa e non raccontassero a nessuno cosa era successo.

Un po’ le minacce e un po’, forse, la vergogna, hanno spinto le due giovani a non confidarsi con amiche e genitori. Fino a qualche tempo fa, quando hanno trovato il coraggio di far scattare le indagini dei carabinieri. La violenza, avvenuta il 10 maggio, ha trovato conclusione solo nei giorni scorsi quando i carabinieri del comando di Tor Sapienza hanno ammanettato i due nomadi.

Maikon Halilovic, 20 anni, è accusato di aver fatto il palo mentre l’amico violentava le due ragazze. Ora entrambi sono nel carcere di Regina Coeli. Le vittime non hanno molti elementi per dimostrare la violenza. Certo, ci sono gli incidenti probatori e le testimonianze delle due ragazze, racconti che secondoil Gip sono “estremamente analitiche, lineari e coerenti e prive di contraddizioni logiche”. Ci sono poi gli sms che Alessio “Il Sinto” mandava su Facebook alla sua vittima per costringerla al silenzio. “Prova a parlare e farai una brutta fine”, scriveva Seferovic. “Stai zitta, mi raccomando”. Alla fine però la sua ragazza si è ribellata.

IL GIORNALE

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