I personaggi chiave che avrebbero potuto evitare il disastro
Si poteva evitare il disastro del 3 giugno in piazza San Carlo? Chi avrebbe avuto il potere di impedirlo, di decidere all’ultimo momento di interrompere il flusso di tifosi e annullare la proiezione della finale di Champions League per mancanza dei requisiti di sicurezza? Serviva un insolito atto di coraggio, forse, dettato dalla consapevolezza che la serata era stata organizzata in pochi giorni, che molti rischi non erano stati valutati con cura, e che le verifiche, in quella giornata, non erano state eseguite con lo scrupolo necessario. Sì, forse serviva coraggio, ma nessuno l’ha dimostrato. Tutti persuasi dal fatto che in piazza, in fondo, non era mai successo nulla di grave negli eventi del passato.
I RUOLI DI GARANZIA
Sono le riflessioni che stanno alla base dell’inchiesta della procura, proiettata ad accertare le responsabilità dirette e le omissioni derivanti dalle varie «posizioni di garanzia», di chi aveva un preciso obbligo giuridico e un ruolo istituzione di fare il possibile per evitare che quella serata si trasformasse in tragedia. Anche mettendo un freno all’ultimo momento, revocando le autorizzazioni già concesse.
Stando alle valutazioni degli inquirenti, il compito di impedire il disastro andrebbe ripartito tra più soggetti. Dai funzionari dei vigili del fuoco che vigilavano sull’evento, al responsabile della questura cui era stato affidato il controllo dell’ordine pubblico. E soprattutto ai vertici del Comune: da un lato come ente organizzatore dell’evento per il tramite dell’agenzia Turismo Torino, con la concessione di occupazione di suolo pubblico «3298» rilasciata il primo giugno, e dall’altro come responsabile di far rispettare alla stessa agenzia le prescrizioni impartite dalla commissione provinciale di vigilanza. Prescrizioni che nessuno ha fatto rispettare. È in questa catena di ruoli che si racchiude la chiave della tempesta perfetta che si è abbattuta su piazza San Carlo, scatenata da un panico collettivo la cui origine resta ancora un mistero, a detta della procura.
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IL PROCURATORE
Al di là delle ipotesi investigative in campo, il procuratore capo, Armando Spataro, ha voluto specificato in una nota ufficiale che i venti inviti a comparire notificati ieri agli indagati «sono anche finalizzati ad acquisire le dichiarazioni difensive delle persone che accetteranno di rispondere, così da poter eventualmente compiere conseguenti ulteriori accertamenti». Nessun anticipo di azione penale, s’intende. Ma le ombre, su un evento che andava fermato a tutti i costi, restano.
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