Pd alla resa dei conti, Rosato: “Gentiloni nome spendibile per Palazzo Chigi”

di MONICA RUBINO

ROMA – Dopo la disfatta in Sicilia, il Partito democratico si prepara alla resa dei conti interna. Una gran parte della minoranza dem ritiene che Renzi debba autonomamente fare un gesto di responsabilità, lasciando subito il campo a Paolo Gentiloni per la corsa a palazzo Chigi.

ROSATO: GENTILONI NOME SPENDIBILE
E questa mattina anche il capogruppo dem alla Camera Ettore Rosato ha incluso il premier tra i “nomi spendibili” per la leadership: “Abbiamo bisogno dell’alleanza più ampia possibile, con un programma concordato – dice a Radio Anch’io su Radio Uno – Abbiamo Paolo Gentiloni che oggi è a Palazzo Chigi ed è un nome spendibile. Ce ne sono tanti di nomi spendibili e Renzi lo ha detto chiaramente a Napoli: lavoro per portare il Pd a Palazzo Chigi e non per portare Matteo Renzi”.

• LE ALTERNATIVE DA MINNITI A GRASSO
Ma le divisioni interne restano. Dal capogruppo dei democratici al Senato Luigi Zanda arriva a Renzi la richiesta di valutare la rinuncia alla candidatura, il che significherebbe anche modificare lo Statuto del partito che prevede invece che il segretario sia anche il candidato premier. Tra i nomi sul tappeto spunta anche quello dell’attuale ministro dell’Interno Marco Minniti. Mentre il leader di Campo progressista, Giuliano Pisapia, rilancia l’idea di primarie di coalizione proponendo la candidatura del presidente del Senato Pietro Grasso, che, dopo aver preso le distanza dal Pd, ieri ha risposto duramente a quanti, fra i renziani, gli hanno addossato la colpa della sconfitta siciliana.

L’IPOTESI DI FRANCESCHINI: PRIMARIE DI COALIZIONE
Il ministro della Cultura Dario Franceschini sottolinea l’urgenza di fare un’alleanza di centrosinistra. E per scegliere la leadership propone le primarie di coalizione: ogni forza, con il proprio simbolo, presenti il suo candidato.

EMILIANO: RICOSTRUIRE L’ULIVO
Mentre il governatore della Puglia Michele Emiliano, ospite di su Radio Capital di Circo Massimo, chiede a Renzi “un’improvvisa maturazione” dopo “un apprendimento per trauma”. Rispondendo alle domande di Massimo Giannini e Jean Paul Bellotto, l’esponente della minoranza dem afferma che “in questo momento pensare di rifare il congresso del Partito democratico a tre mesi dalle elezioni non è una cosa possibile”. L’unica possibilità, allora, è che Matteo Renzi “interpreti le varie anime del partito, visto che la sua e basta non è sufficiente né a leggere il Paese né il Pd e il centrosinistra. Deve prendere atto che il suo piano di perdere le elezioni in modo controllato per non lasciare il suo ruolo non funziona. Deve essere il riferimento di una comunità intera e non c’è nessun obbligo che il candidato del centrosinistra debba per forza essere Renzi”.

“Renzi ha distrutto l’Ulivo e l’Ulivo va ricostruito rapidamente, aprendo un confronto politico
nel merito con tutto il centrosinistra, dall’Udc a Sinistra italiana. Poi un candidato premier lo troviamo, l’importante è che siamo d’accordo sul contenuto”, conclude Emiliano.

REP.IT

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