Sulle Borse è l’ora dei realizzi. A Milano bene il risparmio gestito
–di P. Paronetto e A.Fontana
Aria di prese di beneficio sulle Borse europee favorita all’insegna delle trimestrali e da indici già sui massimi di periodo (Francoforte ieri al nuovo storico vicino a 13500 punti nel Dax30, il Cac40 di Parigi al top da gennaio 2008). La piccola pausa che ha interessato anche il petrolio (-0,3% il Wti a 57,17 dollari, -0,7% il Brent a 63,83 dollari al barile) ha portato in rosso tutti i principali indici azionari europei: intorno al mezzo punto la correzione di Parigi e Francoforte. Piazza Affari, dopo aver a lungo viaggiato sopra la parità, è indietreggiata per la terza giornata consecutiva chiudendo le contrattazioni con un -0,18% del Ftse Mib. Bene il risparmio gestito (+1,4% Banca Mediolanum, +0,7% Banca Generali) ed Eni (+1%), contrastata la giornata dei bancari. Prese di beneficio su Prysmian (-1,8%) dopo una trimestrale nelle attese, realizzi anche su Ferrari (-1,6%) e su St(-1,5%).
Ancora in calo l’euro/dollaro che si è attestato sul finale a 1,1573 (da 1,1610).
Banche sotto i riflettori per le regole Bce
Bancari sotto i riflettori dopo che il presidente dell’Ssm, Daniele Nouy, ha confermato la linea del rigore sugli Npl in un’audizione all’Eurogruppo. Perdono così terreno Banco Bpm, Unicredit e Ubi Banca.
Quanto al Credito Valtellinese, a deprimere le quotazioni è l’ipotesi, riportata dalla stampa, che nell’ambito del nuovo piano industriale che sarà esaminato oggi dal cda l’istituto vari anche un aumento di capitale da circa 500 milioni. Rafforzamento che sarebbe propedeutico a risolvere il nodo dei crediti deteriorati, che da tempo penalizza le quotazioni della banca valtellinese,
arrivata a capitalizzare in Borsa solamente 300 milioni. L’ipotesi aumento di capitale era del resto circolata più volte nelle sale operative, soprattutto dopo l’annuncio delle nuove regole Bce sugli Npl, che renderebbero l’operazione non più rinviabile. Oggi i crediti deteriorati lordi del Creval sono pari al 23% dei crediti totali: gli analisti di Equita sim stimano che per scendere al 10% servirebbe un aumento di capitale da 600 milioni. L’istituto, da parte sua, si è limitato a confermare che «è stato convocato per la data odierna un consiglio di amministrazione al fine di approvare, oltre ai risultati al 30 settembre 2017, il nuovo piano industriale del gruppo per il periodo 2018-2020». «Finché il consiglio non avrà esaminato il piano industriale e non avrà preso una decisione in merito – ha precisato la banca – non è possibile anticipare alcuna informazione riguardo alle azioni previste in tale piano».
Intesa, utile di 650 milioni nel III trimestre, 731 senza le «venete»
Intesa Sanpaolo ha chiuso il terzo trimestre 2017 con un utile netto di 650 milioni, in crescita del 3,5% rispetto allo stesso periodo del 2016. Il dato è superiore a quello stimato dal consensus degli analisti, che si attendevano un utile da 607 milioni. Escludendo l’apporto dei rami acquisiti dalla Popolare di Vicenza e da Veneto Banca l’utile trimestrale è di 731 milioni, cifra che sale a 910 milioni escludendo anche i tributi e gli altri oneri riguardanti il sistema bancario. Nei primi nove mesi dell’anno l’utile contabile è di 5,9
miliardi e include i 3,5 miliardi di contributo pubblico a compensazione degli impatti derivanti dall’acquisizione degli asset delle banche venete. Il gruppo ha poi confermato l’impegno alla distribuzione di dieci miliardi di dividendi cash
complessivi, indicato nel Piano di Impresa, per il quadriennio 2014-2017. Il titolo sale in Borsa dopo i conti di quasi un punto percentuale.
Spread sotto quota 140
Sull’obbligazionario, in chiaro rialzo per i titoli di Stato italiani, con lo spread tra BTp e Bund sotto quota 140 punti base. Il differenziale di rendimento tra il decennale benchmark italiano e il titolo tedesco di pari durata si muove in avvio a 138 punti base dai 144 punti del finale ieri con il rendimento dei decennali italiani che scende all’1,72% dall’1,78% del closing precedente. Il rendimento dei Bonos spagnoli è indicato all’1,43% con lo spread con i titoli tedeschi a 109 punti base.
(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus)