Pensioni, proposta governo: stop aumento a 67 anni per 15 lavori gravosi
ROMA – Stop dell’aumento a 67 anni dell’età di pensione dal 2019 per 15 categorie di lavori gravosi: le 11 già fissate dall’Ape social (tra cui maestre, infermieri turnisti, macchinisti e edili) e altre 4 (agricoli, siderurgici, marittimi e pescatori). Questa la proposta messa dal governo sul tavolo tecnico a Palazzo Chigi, secondo quanto riferiscono i sindacati. Si tratta di una platea di 15-20mila persone, per circa il 10% dei pensionamenti stimati per il 2019.
E sempre secondo quanto riferiscono i sindacati, la proposta del governo dovrebbe prevedere “una commissione con Inps, Istat, Inail i ministeri della Salute, del Lavoro e dell’Economia e forse anche i sindacati, che lavori fino a giugno o anche settembre” per calcolare le differenze nella speranza di vita in base al lavoro che si svolge.
Il governo ha spiegato che intende mantenere per i lavoratori delle 15 categorie individuate il requisito dei 36 anni di contributi e quello di aver svolto lavori gravosi per 6 anni negli ultimi sette. L’esecutivo – hanno riferito i sindacati – avrebbe però mostrato su questo tema la disponibilità a trattare. L’incontro previsto per domani è stato spostato a giovedì mattina ed un altro tavolo tecnico si dovrebbe tenere il 13 mattina, prima della riunione ‘politica’ con i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil. Domani si terrà invece una riunione unitaria delle tre sigle sindacali.
Ma dai sindacati la risposta non è positiva: “Siamo ancora su posizioni distanti – afferma il segretario confederale Cgil, Roberto Ghiselli, al termine della riunione -, se queste restano le condizioni non ci consentiranno neppure di rilanciare” al tavolo delle trattativa. “Ci auguriamo che le cosi cambino”. Per il segretario confederale Cisl, Gigi Petteni, la proposta “non è sufficiente per un’intesa, ma rispetto a ieri ci sono passi in avanti: fino a quando la trattativa, che è difficile, è aperta c’è speranza”. E dalla Uil: “La proposta del governo per bloccare l’età di pensionamento non è sufficiente”. A dirlo è il segretario confederale Domenico Proietti: “Ci rivediamo giovedì e poi ancora lunedì”. ROMA – Stop dell’aumento a 67 anni dell’età di pensione dal 2019 per 15 categorie di lavori gravosi: le 11 già fissate dall’Ape social (tra cui maestre, infermieri turnisti, macchinisti e edili) e altre 4 (agricoli, siderurgici, marittimi e pescatori). Questa la proposta messa dal governo sul tavolo tecnico a Palazzo Chigi, secondo quanto riferiscono i sindacati. Si tratta di una platea di 15-20mila persone, per circa il 10% dei pensionamenti stimati per il 2019.
E sempre secondo quanto riferiscono i sindacati, la proposta del governo dovrebbe prevedere “una commissione con Inps, Istat, Inail i ministeri della Salute, del Lavoro e dell’Economia e forse anche i sindacati, che lavori fino a giugno o anche settembre” per calcolare le differenze nella speranza di vita in base al lavoro che si svolge.
Il governo ha spiegato che intende mantenere per i lavoratori delle 15 categorie individuate il requisito dei 36 anni di contributi e quello di aver svolto lavori gravosi per 6 anni negli ultimi sette. L’esecutivo – hanno riferito i sindacati – avrebbe però mostrato su questo tema la disponibilità a trattare. L’incontro previsto per domani è stato spostato a giovedì mattina ed un altro tavolo tecnico si dovrebbe tenere il 13 mattina, prima della riunione ‘politica’ con i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil. Domani si terrà invece una riunione unitaria delle tre sigle sindacali.
Ma dai sindacati la risposta non è positiva: “Siamo ancora su posizioni distanti – afferma il segretario confederale Cgil, Roberto Ghiselli, al termine della riunione -, se queste restano le condizioni non ci consentiranno neppure di rilanciare” al tavolo delle trattativa. “Ci auguriamo che le cosi cambino”. Per il segretario confederale Cisl, Gigi Petteni, la proposta “non è sufficiente per un’intesa, ma rispetto a ieri ci sono passi in avanti: fino a quando la trattativa, che è difficile, è aperta c’è speranza”. E dalla Uil: “La proposta del governo per bloccare l’età di pensionamento non è sufficiente”. A dirlo è il segretario confederale Domenico Proietti: “Ci rivediamo giovedì e poi ancora lunedì”.
REP.IT