Europa chiude in rosso, Milano limita i danni con le banche
di C. Di Cristofaro e C.Poggi
Hanno chiuso tutte in rosso le Borse europee con Piazza Affari che dopo aver passato la mattinata in rialzo ha poi imboccato con decisione la via dei cali. Al termine degli scambi, il Ftse Mib ha ceduto lo 0,83% mentre nel resto d’Europa Francoforte ha ceduto l’1,49%, Parigi l’1,16% e Londra lo 0,61%. Gli ordini di vendita hanno avuto la meglio anche negli Stati Uniti dove Wall Street naviga in deciso calo in attesa di conoscere i dettagli della proposta di legge del Senato per quanto riguarda gli sgravi fiscali. Secondo alcune indiscrezioni, la proposta del senato americano ritarda di un anno il via agli sgravi.
Un sostegno ai listini, soprattutto quello milanese, è giunto invece dalle aperture della presidente del Consiglio di Vigilanza della Bce Daniele Nouy su un possibile slittamento dell’attuazione delle nuove regole sui crediti deteriorati che al momento dovrebbero entrare in vigore a partire dal 1 gennaio 2018. Un aiuto insperato e benvenuto dopo che ieri le banche erano state penalizzate dalle preoccupazioni per le necessità di accelerazione del derisking, considerando i target fissati dal Creval (-1,3%) nel suo piano. Il settore bancario è stato inoltre trainato dalla super-performance di Bper che diffondendo i suoi dati di bilancio per i primi nove mesi ha mostrato una qualità del credito migliore del previsto oltre che risultati più alti delle attese. Il gruppo ha terminato in rialzo del 9,92% trainando al rialzo anche Ubi Banca (+3,57% in attesa della trimestrale domani), Bpm (+4,22%), Mediobanca (+2,12%) e Unicredit (+1,47%).
Astaldi crolla sull’aumento, male anche Geox e Yoox Net-A-Porter
Oltre che il settore bancario, gli investitori hanno seguito con attenzione anche le aziende che hanno riportato i risultati trimestrali. Enel ha ceduto lo 0,47% dopo aver riportato un calo del 4,9% del risultato netto nel primo trimestre a fronte di un aumento del 5,3% dei ricavi. Al netto delle partite non ricorrenti, ha precisato la società, l’utile netto ordinario è aumentato del 3% su base comparabile. Chiusura in lieve calo anche per il gruppo Generali (-0,70%) che ha riportato risultati in linea con le attese degli analisti mentre ha fatto registrare un brusco scivolone Yoox Net-A-Porter Group che ha lasciato sul terreno il 9,93%. I dati del trimestre hanno mostrato una crescita delle vendite nella parte bassa delle stime e il gruppo ha rivisto al ribasso i target. Male nel settore anche Moncler (-2,94%) e in misura minore Salvatore Ferragamo (-1,14%). In calo anche Campari (-3,11%) dopo la riduzione del giudizio da parte di Goldman Sachs. Ha terminato in pesante ribasso anche Geox (-13,55%) dopo aver riportato una trimestrale deludente e aver tagliato le stime per l’intero anno ma il crollo peggiore della giornata lo ha fatto registrare Astaldi che ha ceduto il 34,56% sulla notizia dell’aumento di capitale da 200 mln allo studio, anticipata stamattina dal Sole 24 Ore e confermata dalla società in una nota.
Male anche Azimut, svetta il Sole 24 Ore
Sempre in tema di trimestrali, Azimut ha ceduto il 5,28% dopo aver riportato risultati per il terzo trimestre che hanno visto l’utile netto consolidato calare a 35 milioni (-34%) e i ricavi consolidati scendere del 5,3% a 176 milioni. Sui nove mesi, invece, i ricavi sono cresciuti del 19% a 591,8 milioni mentre l’utile netto consolidato è salito del 14% a 156,2 milioni. Fra gli altri titoli quotati nel listino allargato, da registrare il balzo del 10,13% fatto registrare dal Sole 24 Ore che prosegue nel suo aumento di capitale.
Salgono negli Usa le richieste iniziali di sussidi disoccupazione
Le richieste iniziali di sussidi di disoccupazione negli Stati Uniti sono aumentate di 10mila unità a quota 239,000 nella settimana al 4 novembre. Il dato reso noto dal dipartimento del Lavoro è peggiore delle attese degli analisti che si aspettavano un aumento più modesto a quota 230.000. La medie delle quattro settimane è invece calata la scorsa settimana – l’ultima per la quale è disponibile questa statistica – di 1250 unità a quota 231,250, il livello più basso dall’inizio della serie statistica nel 1973.
Euro oltre la soglia di 1,16 dollari, petrolio in cerca di direzione
Sul fronte dei cambi, l’euro ha chiuso a 1,1631 (da 1,158 ieri) mentre l’euro/yen è fissato a 132,15 (da 131,6). In rialzo in chiusura il prezzo del Wti scadenza dicembre (+1% a 57,36 dollari al barile) dopo i recenti cali legati all’aumento della produzione negli Usa.
(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus)