La scelta di Pisapia: una Lista Progressista autonoma, né con Renzi né con D’Alema

fabio martini

Con l’approssimarsi dello scioglimento delle Camere, si definisce sempre meglio l’offerta elettorale e si accelera la definizione di nuove Liste.

 Dopo la svolta nello schieramento di estrema sinistra, con la decisione di unire sotto la guida di Pietro Grasso tre spezzoni( Mdp, Sinistra italiana, Montanari&Falcone), domani a Roma anche il Campo progressista di Giuliano Pisapia definirà quel che è stato deciso oramai da una decina di giorni: la disponibilità a formare una Lista progressista, per dirla con le parole dell’ex sindaco di Milano, <autonoma sia dal Pd che dall’Mdp>. Destinati a confluire in questa Lista i Radicali italiani di Emma Bonino, i Verdi, personalità del mondo prodiano come Giulio Santagata, probabilmente il Psi di Riccardo Nencini, alcuni sindaci, una parte dell’associazionismo “civico”.

 

Una volta consolidata la scelta, che era presa da tempo a dispetto delle ricostruzioni giornalistiche che ipotizzavano un Pisapia “attratto” da Grasso, in quest’area resta da definire un punto: la nuova Lista autonoma dagli altri soggetti, dovrà spingersi fino a rifiutare alleanze tecniche col Pd nei collegi? Su questo punto le posizioni dei vari soggetti della Lista in formazione restano diverse: nessuno si fida di Renzi, ma la possibilità di offrire agli elettori delusi dal Pd un voto “utile” nei collegi, resta un’opzione non scartata.

LA STAMPA

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